Ai primi Cristiani non era data l'autorizzazione di esercitare il culto da parte delle autorità romane; quindi non potevano riunirsi in sedi particolari per le loro attività (incluse quelle religiose), e spesso praticavano il culto nelle case private. Una volta che il Cristianesimo venne legalizzato sotto Costantino (nel 313), ai Cristiani fu permesso di avere luoghi di culto e di costruirne di nuovi. Per ragioni sia pratiche (ospitare congregazioni in crescita) che religiose (lo spazio di culto cristiano doveva essere accessibile a tutti, diversamente dal Tempio ebraico di Gerusalemme e dai templi pagani), fu scelta l'architettura di un edificio cittadino: la basilica, che serviva come corte pubblica nelle città romane e poteva ospitare un gran numero di persone. Presentando un abside ad una delle estremità, questo edificio permetteva ai fedeli di riunirsi nel suo spazio rettangolare (chiamato navata), mentre l'officiante adempiva al culto dall'abside (chiamato presbiterio o santuario) dove era contenuto l'altare, essendo il tavolo della comunione usato nell'Eucarestia.
Il rito dell'Eucarestia (eucarestia significa “rendere grazie“) era considerato da tutti i Cristiani, allora come adesso, come istituito da Gesù durante l'ultimo pasto con i suoi discepoli, prima della crocifissione. Esso ricorda l'Ultima Cena ed è stato posto al centro della liturgia cristiana fin dalle primissime comunità. La liturgia include inoltre delle preghiere: i Salmi (come nella liturgia ebraica, prevedibilmente, dato che i primi Cristiani erano Ebrei e continuarono la tradizione ebraica) e il Padre Nostro, che è una preghiera specifica dei Cristiani ed è attribuita a Gesù (Matteo 6, 7-15).
Il luogo di culto cristiano dei primi tempi era progettato per svolgere tre funzioni religiose: per servire come Casa del Signore, per fornire una sede per la celebrazione della liturgia e per essere un luogo d'insegnamento. In ogni modo, esso differiva completamente dagli altri luoghi di culto perché ospitava nello stesso spazio gli insegnamenti (letture della Scrittura e commenti) e le celebrazioni liturgiche. Questo era un allontanamento radicale dalla tradizionale pratica religiosa, laddove il culto pubblico aveva luogo al di fuori della casa della divinità, la quale in sé stessa era raramente accessibile e riservata a pochissimi. Il luogo di culto cristiano era il posto dove la comunità dei fedeli si riuniva, da qui il suo nome nelle lingue latine- “église“ in francese, “chiesa“ in italiano, “iglesia“ in spagnolo- derivato dal sostantivo verbale greco ekklesia ( il verbo significa chiamare o convocare), che è riferito all'assemblea dei cittadini (solo uomini) nella vita pubblica ateniese. Il Giudaismo Ellenistico traspose il termine greco in senso religioso per designare una riunione convocata per scopi religiosi e in questa tradizione, i Cristiani lo usarono per indicare l'assemblea dei “convocati”, cioè coloro che erano stati iniziati dal rito del battesimo. La Chiesa era il luogo in cui i battezzati si radunavano per la liturgia. Per questo la fonte battesimale era originariamente posta fuori dalla chiesa, in una struttura vicina chiamata battistero (si veda il battistero di Fréjus per esempio). Nel tempo il battistero fu collocato in una cappella annessa e poi all'interno della chiesa vicino ad un ingresso laterale. Il modo in cui esso si è trasformato nel corso del tempo dipende dalla località. In Italia, fino al XV secolo, il battistero era un edificio separato (si veda per esempio il battistero ottagonale di Firenze, che si trova in piazza del Duomo). Quando il battesimo degli adulti si trasformò in battesimo degli infanti, e divenne un rito in cui i battezzati non venivano più immersi, le dimensioni delle vasche diminuirono.
Le tre principali funzioni della chiesa sono comuni a tutti i luoghi di culto cristiani. Tuttavia a seconda del tempo, del posto e della confessione, fu privilegiata o l'una o l'altra, e di conseguenza gli stili architettonici erano molti.
La chiesa Latina o Cattolica
Il proposito principale della chiesa Latina (in seguito Cattolica) è essere la Casa del Signore e il luogo di celebrazione dell'Eucarestia. Il dogma della transustanziazione (la dottrina di rivelazione che ritiene che le sostanze del pane e del vino durante l'Eucarestia diventino il corpo e il sangue di Cristo), che fu confermato dal Concilio Lateranense nel 1215, aumentò la natura divina dell'Eucarestia e del pane e del vino, e venne usato il termine ostia. La santità del presbiterio (chiamato anche santuario), dove si trova l'altare ed è custodita l'ostia, fu di conseguenza accresciuta. Esso era spesso separato dalla navata dalla jubé (pontile), un tramezzo di legno o pietra riccamente ornato, questo fin quando il Concilio di Trento non lo censurò nel XVI secolo. Il Concilio Vaticano II (1962-1965) permise che la celebrazione dell'Eucarestia avesse luogo ancora più vicino ai fedeli.
L'interno della chiesa era concepito per aumentare la sacralità del suo spazio, sebbene certe scelte provocarono anche delle controversie sul bisogno di ostentare la ricchezza. Un esempio è la controversia del XII secolo tra Bernardo di Chiaravalle (che enfatizzò la purezza e influenzò l'architettura dei monasteri cistercensi, caratterizzati dall'assenza di ornamenti) e Pietro il Venerabile (abate di Cluny che mise in rilievo la luce e il colore per dare gloria a Dio).
La chiesa Greca o Ortodossa
La chiesa Greca (in seguito Ortodossa) presenta delle somiglianze, in particolar modo nel rispetto dei suoi ricchi ambienti per amore della sacralità. Il suo elemento più importante è l'iconostasi, un alto tramezzo di legno o pietra ricoperto di icone. Le icone non sono opere d'arte, ma oggetti raffiguranti il Signore (Gesù), la Madre di Dio (Maria) e i Santi che sono fatti in conformità a rigide regole che li considerano sia un linguaggio visivo universale sia un sostituto per gli originali che rappresentano. Le icone non sono oggetti di adorazione (come gli idoli), ma di proskynesis, un livello appropriato di venerazione, in cui i fedeli le pregano eseguendo due gesti: inchinando il busto e baciando l'icona. Le icone hanno un ruolo centrale nella “Liturgia Divina” (l'equivalente Ortodosso della “Messa” nel mondo Cattolico): l'intercessione (cioè la mediazione degli originali con Dio) e l'insegnamento della fede. L'iconostasi separa la navata dal presbiterio, nascondendo in tal modo, ancora oggi, la celebrazione dell'Eucarestia alla congregazione. L'iconostasi ha generalmente tre porte attraverso le quali passano gli ecclesiastici, quando si spostano dalla navata al presbiterio: la centrale Porta Santa, usatadai sacerdoti, e una porta su entrambi i lati, usata dai diaconi e dagli altri.
La chiesa Protestante
Se comparata con gli altri luoghi di culto, la chiesa Protestante (chiamata “tempio” dai primi Calvinisti in contrapposizione al modello Cattolico) presenta un contrasto marcato, sebbene in Europa, diversi luoghi di culto Protestanti erano in precedenza chiese Cattoliche. La sua configurazione interna è la più semplice, talvolta praticamente spoglia. Il suo elemento centrale è il pulpito, dove si colloca il predicatore per rivolgersi alla congregazione e leggere le “lezioni della Scrittura”. Il pulpito è spesso situato in una posizione centrale, qualche volta è rialzato in modo che tutti i fedeli possano sentire la predica. Lo scopo prioritario del tempio Calvinista o della chiesa Luterana è insegnare.
Infine devono essere menzionate le “mega-chiese”, delle chiese giganti che sono la moderna manifestazione di una lunga tradizione Protestante, e che testimoniano un risveglio Evangelico negli Stati Uniti. Già nel XVIII secolo, i Protestanti si erano riuniti in grandi congregazioni all'aperto, specialmente nelle colonie del Nord America. Le mega-chiese di oggi possono contenere diverse migliaia di frequentatori e molte offrono una varietà di servizi oltre al culto, incoraggiando in tal modo la vita comunitaria.