La religione degli Ebrei e la nascita del monoteismo
Nelle storie bibliche, Abramo è il primo Ebreo (Ivri / Ivrim). Egli stabilì un'alleanza (simboleggiata dalla circoncisione) con Dio, unico Creatore e Dio onnipotente, rifiutando in tal modo le pratiche idolatriche. Questo testo della Genesi narra la storia della trasmissione di questa alleanza, che fu portata avanti dagli altri patriarchi, Isacco e Giacobbe. Le credenze e le pratiche religiose degli Ebrei erano basate sulla centralità della Legge, che era stata rivelata da Dio per mezzo di Mosè sul monte Sinai, durante l'esodo degli Ebrei dall'Egitto, narrato nella Bibbia.
L'esegesi biblica, ma soprattutto le scoperte archeologiche ci permettono di ripercorrere parte della storia degli Ebrei, che è diversa da quella raccontata nel testo sacro e risale, allo stato attuale delle conoscenze, fino al XIII secolo a.C. Mentre, secondo la tradizione ebraica, Abramo fu il primo uomo a sposare l'idea del monoteismo, in realtà sembra che l'emergere di quest'ultimo sia stata preceduta da un periodo più lungo di enoteismo. Così, la fede in un solo Dio non ha prevalso in una sola volta ed è stata probabilmente il risultato di un lungo processo collegato al contesto storico e politico della società ebraica. Anche se il testo biblico menziona più volte la persistenza di pratiche politeiste e sincretiste, che erano regolarmente respinte dai profeti, la religione degli Ebrei è stata sicuramente la prima religione monoteista riconosciuta. La sua essenza è stata espressa dalla Shema Israel, la dichiarazione di fede di Israele (Deuteronomio, 6,4), in questo modo: "Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno". Dio strinse un'alleanza con il popolo che lo aveva eletto e rivelò il testo della Torah. Sotto nomi diversi, questo Dio era il creatore del cielo e della terra, il signore della storia, che era intervenuto nel mondo degli uomini da lui creati. Oltre all'idea di un Dio unico, il monoteismo afferma anche l'unità dell'umanità, poichè la fede in un solo Dio lega insieme tutti gli uomini.
L'organizzazione religiosa e politica degli Ebrei
Secondo la Bibbia ebraica, Giacobbe, che prese il nome di Israele dopo la sua lotta con l'Angelo, era all'origine della creazione delle 12 tribù di Israele. Esse furono ridotte in schiavitù in ​​Egitto, prima che ricevessero la Torah quando furono guidate da Mosè nella terra di Canaan. Distribuite su questa terra, le tribù finirono per eleggere re Saul. Ma il suo successore, Davide, della tribù di Giuda, fu il vero fondatore della dinastia reale e fece di Gerusalemme la sua capitale (chiamata anche "la città di Davide"). Dopo la costruzione di un palazzo e la custodia dell'Arca dell'Alleanza, che conteneva le Tavole della Legge, Gerusalemme divenne la capitale politica e religiosa del regno di Davide (il testo biblico dice che "a Gerusalemme, regnò su tutto Israele e su Giuda per 33 anni ", II, Samuele, 5, 5). Il governo di suo figlio Salomone, succeduto a Davide, corrisponde all'apice del regno, che conobbe un periodo di pace, ma soprattutto assistette alla costruzione del Tempio, che rese Gerusalemme l'unico centro religioso del suo popolo. Il Tempio di Salomone, insieme al Palazzo Reale, fu eretto sul monte Moriah. Anche se non abbiamo prove archeologiche, i testi lo descrivono come una struttura estremamente raffinata. Il luogo più sacro del Tempio si trova nel Santo dei Santi (dvir in ebraico), che ospita l'Arca dell'Alleanza, e vi può accedere solo il sommo sacerdote di Israele una volta l'anno, nel giorno dello Yom Kippur.
Dopo la morte di Salomone, alla fine del X secolo a.C., seguì un periodo turbolento. Il suo regno, che era diviso tra il regno di Israele a nord e il regno di Giuda nel Sud, soffrì a causa di guerre spietate, prima di essere sconfitto da potenze straniere: il regno di Israele fu vinto dagli Assiri nel 722 a.C. e il regno di Giuda dai Babilonesi nel 586 a.C. Nabucodonosor distrusse il santuario nella capitale di Giuda, Gerusalemme, e deportò l'aristocrazia a Babilonia. Tuttavia, alcuni decenni più tardi, il re persiano Ciro, che conquistò Babilonia, proclamò un editto che permise ai Giudei esiliati di tornare e ricostruire il loro santuario, che fu inaugurato nel 516 a.C. Questa ricostruzione fu accompagnata da un considerevole risveglio religioso, attribuito, secondo la tradizione, ad Esdra e Neemia, che diedero il loro nome a due libri della Bibbia che ricordano le vicende di questo periodo.
La rinascita di credenze e pratiche religiose
Queste due figure eliminarono tutte le influenze straniere che avrebbero potuto favorire il ritorno di pratiche idolatriche e garantirono la rigorosa applicazione delle prescrizioni della Torah, che divenne il centro della vita religiosa. Questo periodo persiano fu caratterizzato da una notevole attività di scrittura; vennero redatte diverse storie bibliche risalenti probabilmente al tempo in cui furono attuati una serie di cambiamenti religiosi, che avevano avuto inizio durante l'esilio babilonese. Durante questo periodo, la struttura della Torah fu completata ed essa fu considerata un testo sacro che non poteva più essere modificato. Per i Giudei, il periodo persiano fu un momento di intensa attività religiosa e letteraria. La religione si concentrava sul culto nel Tempio, nel quale avevano luogo gli olocausti, e fu stabilita la corrente sacerdotale. Il ri-insediamento dei Giudei intorno al Tempio di Gerusalemme non arrestò la prosecuzione delle rivalità con gli abitanti del regno di Israele a nord, che intorno alla metà del IV secolo a.C. finiro per stabilire un proprio santuario sul monte Garizim.
La rinascita religiosa del periodo precedente la conquista da parte di Alessandro Magno e la dominazione dei re ellenistici, ha determinato la nascita dell'ebraismo, che ben presto affrontò altre influenze, in particolare greche e poi romane. A quel tempo, il mondo ebraico era molto diverso geograficamente, dal momento che le comunità della diaspora esistevano al di fuori delle Giudea, ma anche in termini religiosi, poichè vari movimenti, tra cui quelli degli Esseni, dei Sadducei e dei Farisei, fiorirono al suo interno.
La Giudea cadde sotto la dominazione romana nel 63 a.C. Fu allora, sotto il regno di Erode, che una politica di grandi opere fu messa in atto per l'ampliamento e l'abbellimento del Tempio di Gerusalemme. La città santa raggiunse l'apice del suo splendore e della gloria. Ma la dominazione romana portò a rivolte più problematiche e intermittenti, fino allo scoppio della "grande rivolta ebraica" nel 66 d.C. la cui conclusione si dimostrò fatale per gli ebrei: il nono giorno del mese di Av (nella stessa data della distruzione del primo santuario) nel 70 d.C., Tito ordinò l'incendio del Tempio di Gerusalemme e la distruzione dell'intera città. Secondo i resoconti dello storico Giuseppe Flavio, la grande rivolta si concluse con la presa della fortezza di Masada e del gruppo suicida dei Sicari ebrei. Le conseguenze di questa terribile sconfitta inferta dai Romani si dimostrarono notevoli e lasciarono un segno nella storia ebraica per almeno 2.000 anni.