Per una descrizione dettagliata del ciclo delle feste, vedere il modulo ebraismo II, sezione 4.
Il calendario
Il calendario ebraico è un calendario lunisolare. Un mese corrisponde a un ciclo lunare (circa 29,5 giorni) per cui vi è un alternarsi tra mesi di 29 giorni e mesi di 30. Un anno solare ha 11 giorni in più di un anno lunare. Affinché le festività abbiamo luogo in accordo con la durata dell'anno solare, in modo da osservare il ciclo delle stagioni, un mese bisestile (il mese di Adat) si aggiunge ai 12 mesi circa ogni tre anni (sette volte per un ciclo di 19 anni ).
Poiché l'inizio del mese dipende dal ciclo lunare, ci possono essere variazioni in diverse regioni del mondo. Questo è il motivo per cui, quando gli ebrei iniziarono a diffondersi in tutto il Mediterraneo, i rabbini decisero che coloro che osservavano le feste fuori da Eretz Israel ("Terra d'Istraele") dovevano celebrarle per due giorni invece di uno, come prescritto dalla Bibbia, a eccezione dello Yom Kippur. Ma anche le persone che vivono in Eretz Israel celebrarano il Rosh Hashanah per due giorni. Quando il calendario è stato definitivamente fissato in epoca talmudica, il Talmud esigeva che il Rosh Hashanah fosse osservato per due giorni.
Nel calendario ebraico, la divisione del tempo comprende tre componenti fondamentali: il giorno che inizia al calar della notte, settimana segnata dallo shabbat, e l'anno che indica la sequenza delle stagioni e che ricorda i momenti chiave della storia sacra del popolo ebraico.
La dimensione ciclica è importante. La giornata è strutturata attorno alle tre preghiere che dipendono dalla posizione del sole: la preghiera della sera (Maariv) recitata dopo il tramonto; la preghiera del mattino (shaharit), a sostituzione del quotidiano sacrifico che veniva offerto nel tempio la mattina; la preghiera del pomeriggio (minha) a ricordo invece del sacrificio quotidiano pomeridiano. La settimana si conclude con lo shabbat [vedi modulo giudaismo II, sezione 4]. Ogni autunno, inizia un nuovo ciclo. In totale, l'intera Torah viene letta durante l'anno. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno, un Ebreo osservante è guidato dalla legge ebraica e dalla comunità.
Il ciclo
Nella Torah, le feste sono legate ai cicli della luna e delle stagioni, che richiamano i temi della memoria e del rinnovamento. In ebraico "Yom Tov" (buon giorno) indica ogni festa della Torah durante la quale è vietato lavorare. La legge biblica prescrive sette giorni di festa durante i quali è vietato il lavoro (in aggiunta allo shabbat): Rosh Hashanah (il nuovo anno), Yom Kippur (il giorno dell'espiazione), il primo anno di Sukkot (festa delle capanne o tabernacoli che celebrano il dono della Torah e delle Tavole della Legge agli Ebrei), seguita da Shemini Atzeret (l'ottavo giorno dell'Assemblea), il primo e l'ultimo giorno di Pessach, e la Shavuot (la festa di settimane per commemorare la protezione degli ebrei dopo la loro fuga dall'Egitto). Inoltre, alcuni giorni intermedi durante la Pessach e la Sukkot (hol ha moed) sono semi-festivi, ossia il lavoro è consentito, ma il Talmud richiede trattarli come giorni santi. Tutte queste feste seguono le stagioni.
Le tre feste di pellegrinaggio di Pessach, Shavuot e Sukkot hanno un significato sia agricolo che nazionale. La Pessach, che celebra l'esodo dall'Egitto, è anche una "festa di primavera"; Shavuot (all'inizio dell'estate) è anche una "festa della mietitura", e Sukkot (in autunno) è anche una "festa del raccolto" che ha luogo quando i cereali sono immagazzinati nei granai. Ma il Rosh Hashanah e lo Yom Kippur non hanno nessun aspetto agricolo o nazionale: sono giorni di riflessione che corrispondono ai momenti in cui tutto il mondo viene giudicato per il prossimo anno. A tali feste è stata aggiunta la celebrazione dell'Hanukkah (per ricordare la riconsacrazione del Tempio dopo la vittoria dei Maccabei) e della Purim (la festa delle sorti, legata alla storia della regina Ester di Persia e al miracolo che salvò gli ebrei dall'annientamento). Il ciclo di feste ebraiche comprende anche altri giorni speciali, alcuni dei quali hanno un carattere religioso: Tisha b'Av per ricordare il lutto della distruzione dei due Templi. Altri corrispondono a feste più storiche o nazionali: lo Yom Ha'atzmaut celebra la creazione dello stato di Israele, e lo Yom HaShoah ricorda il genocidio degli ebrei d'Europa durante la seconda guerra mondiale.
Pessach
Vi è un legame molto forte tra le principali feste ebraiche e storie bibliche da esse commemorate; nel caso della Pessach, è l'esodo degli Ebrei dall'Egitto. Il suo significato è sia religioso che biblico in quanto commemora il passaggio dalla schiavitù alla libertà. Per gli ebrei, l'esodo dall'Egitto è il momento in cui sono diventati un popolo libero.
Pessach è la prima delle tre feste di pellegrinaggio, che celebrano le azioni di Dio nel corso della storia. Esse sono chiamate feste di pellegrinaggio perché, prima della distruzione del Tempio, implicavano un pellegrinaggio a Gerusalemme. Le altre due sono la Shavuot, 50 giorni più tardi, che ricorda il dono della Torah, e la Sukkot, che commemora i giorni in cui gli ebrei vagavano nel deserto. Si tratta anche di feste legate ai cicli stagionali, che seguono un calendario agricolo: celebrata in primavera, la Pessach segna l'inizio della mietitura dell'orzo.
La festa dura otto giorni nelle comunità della diaspora e sette giorni in Israele e comincia il 15 del mese di Nisan (marzo-aprile). Solo i primi due giorni (il primo in Israele) e gli ultimi due giorni (l'ultimo in Israele) sono non lavorativi. È soprattutto una celebrazione della primavera, e in origine era costume portare un'offerta del nuovo orzo (omer) al Tempio.
La celebrazione prevede un particolare pasto. E' vietato consumare qualsiasi forma di pane lievitato (hamets). Invece di pane, gli ebrei consumano cibi appositamente preparati assieme al matzah, e devono liberare la casa da eventuali tracce di agenti lievitanti.
Il pasto richiede l'uso di specifiche stoviglie o almeno stoviglie che sono state rese kosher. Ossia, conformi alle regole alimentari ebraiche.
Il momento chiave della festa è il seder durante la prima notte (le prime due notti nelle comunità della diaspora). Si tratta di una festa di famiglia, durante il quale il pasto è organizzato attorno alla lettura di un Hagadah (un racconto talmudico), che narra e spiega l'esodo dall'Egitto. E' caratterizzato da gesti simbolici compiuti attorno a piatti simbolici. I bambini sono invitati a porre domande sul significato di questa notte speciale.
Hanukkah
Hanukkah è una festa che inizia il 25 del mese di Kislev (novembre-dicembre nel calendario gregoriano). Non è una festa molto importante e non comporta alcuna restrizione sul lavoro e sulle attività quotidiane. Essa celebra la vittoria dei Maccabei sui siriani che volevano distruggere la religione ebraica e ellenizzare il loro regno (2 ° secolo aC); commemora anche il restauro del Tempio di Gerusalemme, dopo che era stato profanato dai nemici, e il ritorno al culto dell'unico Dio all'interno del santuario.
Il termine Hanukkah proviene dalla radice "hanakh", che significa "inaugurazione" e "rinnovo". La festività è, quindi, una festa post-biblica, introdotta dai rabbini . Gli eventi che essa commemora sono raccontati nel libro dei Maccabei, che per la Bibbia ebraica è uno scritto apocrifo, che risale al periodo del Secondo Tempio, ma presente nella traduzione greca della bibbia (la cosiddetta versione dei Settanta ).
Nella tradizione talmudica, uno dei momenti chiave della storia narra di un miracolo avvenuto durante la purificazione del Tempio.Un vasetto di olio santo fu trovato nel tempio per l'illuminazione della lampada. Anche se l'olio era sufficiente per durare solo un giorno, la lampada rimase accesa per otto giorni. Questo è il motivo per cui la festa dura otto giorni.
Hanukkah è in parte una celebrazione domestica. Ogni sera, si deve accendere il candelabro dell' Hanukkah (lo hanukiah): questo è il motivo per cui l'Hanukkah è anche chiamata la "festa delle luci". Questa pratica si propone di diffondere pubblicamente il miracolo del Tempio: le lampade sono collocati nell'ingresso delle case o dietro un davanzale della finestra in maniera da essere viste da tutti, così da mostrare la celebrazione del miracolo. Le forme di questi hanukiot variano a seconda delle origini geografiche delle comunità ebraiche. Le lampade dell'Hanukkah sono diventati oggetti d'artigianato riccamente decorati che dimostrano una grande creatività e fantasia. Ancora più importante, gli hanukkiot ricordano la menorah del Tempio, dotati però otto di bracci con l'aggiunta di un nono, (shamash) il centrale, usato per accendere le altre luci.
Il candelabro è illuminato di sera, tranne il Venerdì, quando le candele dell'Hanukkah devono essere accese prima di quelle per lo shabbat. Devono bruciare per almeno 30 minuti davanti a tutti i partecipanti alla celebrazione. E' usanza accendere una candela la prima notte, due la seconda, tre la terza e così via, andando da sinistra a destra, fino all'ottavo giorno, quando tutte le candele sono accese.
Pur essendo una consuetudine essenzialmente domestica, le candele vengono accese anche nella sinagoga. La liturgia dell'Hanukkah è caratterizzata dalla recita di una preghiera (la preghiera hanissim al). Oltre a ciò, ogni giorno, viene recitato uno specifico brano della Torah.
Oggi l'importanza dell'Hanukkah in quanto festività è cresciuta per serie di motivi. Cade vicino al Natale del mondo cristiano: si inserisce come una sorta di sostituto del Natale per i bambini ebrei che vivono in un ambiente cristiano che culturalmente risente molto della presenza di tale festività nei mesi di Novembre e Dicembre. In Israele,invece, la festa ha un forte significato nazionale e simbolizza la resistenza al nemico e l'indipendenza nazionale. Movimenti sionisti hanno promosso Hanukkah e hanno reso la rivolta dei Maccabei un momento chiave nella storia di Israele. Ogni anno, una fiaccola ardente viene trasportato da Modiin (in Israele), luogo d'origine dei Maccabei, in diverse parti di tutto il paese. Creati quale modello del "nuovo Ebreo", i Maccabei sono diventati anche l'emblema di club sportivi, un tipo di birra e gli eroi di numerose canzoni popolari e libri.
Nella diaspora come in Israele, le celebrazioni di Hanukkah per i bambini comprendono canti e giochi. I bambini, in particolare nel mondo cristiano, ricevono regali o piccole somme di denaro. Il più conosciuto gioco dell'Hanukkah è quello della trottola (sevivon in ebraico): sulle 4 facce del trottola sono scritti 4 lettere ebraiche (נ / ג / ה / ש) (noun / gimmel / lui / chin), che formano l'acrostico Nes Gadol Haya Sham ("Un grande miracolo è accaduto lì"). In Israele, il chin è sostituito dalla lettera פ (pe), iniziale di poh ("qui"). Secondo la tradizione, vengono servite frittelle di patate e ciambelle ripiene di marmellata.
Nella diaspora, Hanukkah è un vero e proprio sostituto del Natale. Nelle famiglie miste, la celebrazione dell'Hanukkah e del Natale indica un attaccamento a entrambe le tradizioni. Questo è evidente negli Stati Uniti, dove c'è una tale mescolanza delle due tradizioni da portare alla creazione del neologismo Chrismukkah (Christmas + Hanukkah).
Il fatto che le date di questi due festeggiamenti siano così vicini l'una all'altra non è probabilmente del tutto casuale. Dato che si svolgono durante il solstizio invernale, nel momento in cui le notti sono più lunghe, ma che è anche il momento dal quale le giornate cominciano ad allungarsi, l'Hanukkah celebra la vittoria della luce sulle tenebre. Abbiamo, pertanto, due reinterpretazioni dello stesso simbolo: Hanukkah per la parte ebraica, Natale per quella cristiano.
Dalla fine degli anni 70', è venuta diffondendosi la pratica di organizzare un'illuminazione pubblica associata all'Hanukkah. Dal 1977, il movimento chassidico Habad ha patrocinato delle illuminazioni pubbliche nella città di New York, in risposta alla prescrizione rabbinica di diffondere il miracolo e di promuovere la "sopravvivenza spirituale della fiamma ebraica". Queste illuminazioni pubbliche si sono diffuse anche in Europa, in Israele e altrove.