6. Il corpo nel Cristianesimo

Nel corso della sua storia bimillenaria, la riflessione cristiana sul corpo si è sviluppata e modificata secondo il momento storico, geografico e recependo influenze di altre culture, soprattutto l’etica e la filosofia  ebraica e greco-romana. I cristiani accolgono come vero il testo ebraico della creazione dell’uomo da parte di Dio, aggiungendovi la prospettiva espressa in seguito dai testi del cosiddetto Nuovo testamento, stesi nella redazione definitiva in lingua greca in un periodo storico caratterizzato dalla decisiva influenza della cultura greco-romana: solo questi pochi accenni possono aiutare a comprendere la stratificazione dell’antropologia cristiana. Sebbene si siano storicamente date differenziazioni teoriche e pratiche tra le diverse denominazioni cristiane, è comunque possibile tratteggiare alcuni concetti base generalmente accolti dai diversi cristiani.

Pur non essendo sempre facile individuare delle distinzioni chiare e nette, esistono quattro termini biblici che descrivono l’essere umano: la carne, il corpo, l’anima, e lo spirito. I cristiani credono che tutti e quattro questi elementi in qualche modo riuniti e rinnovati saranno oggetto della resurrezione dei morti alla fine dei tempi, come promessa dal fondatore della religione, Gesù Cristo. Dopo la morte, il corpo, nel suo aspetto materiale di carne ricongiunto all’aspetto spirituale, sarà risuscitato da Dio che giudicherà tutti gli uomini, distinguendo i giusti dagli ingiusti.  
Le relazioni interne tra le quattro nozioni di corpo, carne, anima e spirito; cosa accada alle anime e agli spiriti degli uomini nel tempo che intercorre tra la morte e la futura resurrezione; quale tipo speciale di corpo e carne saranno quelle resuscitate da Dio; cosa accadrà agli uomini ingiusti resuscitati, se saranno annientati o puniti per l’eternità o per un periodo definito; tutte queste questioni sono oggetto di differenti opinioni tra i vari gruppi cristiani, oggi come durante tutto il corso della sua storia.
Cionondimeno è importante rilevare che la credenza nella resurrezione dei corpi dei defunti è uno dei punti più importanti della teologia cristiana. Si spiega dunque facilmente la ragione per cui la cremazione dei defunti sia stata storicamente vietata. Recentemente la chiesa cattolica si è espressa permettendola ma continuando a raccomandare la tradizionale sepoltura del corpo; le chiese ortodosse generalmente continuano a rifiutare la cremazione, mentre la maggior parte delle chiese evangeliche e protestanti la accettano.

Vedi fonte n. 1

L’atteggiamento morale: castità e matrimonio

Nel cristianesimo la castità è un valore importante. Per le persone non sposate la castità s’identifica con l’astinenza sessuale, mentre all’interno del matrimonio la castità si esprime nella fedeltà coniugale. Altri aspetti morali che coinvolgono il corpo come lo status delle donne, il controllo delle nascite all’interno del matrimonio, l’aborto, l’omosessualità, il celibato sacerdotale, sono soggetti anche in questo caso di opinioni differenti tra i vari gruppi che compongono il cristianesimo.
La differenza di risposta a questi temi morali distingue le varie denominazioni, ma molto spesso divide internamente una stessa denominazione fra le due fila dei “conservatori” e dei “liberali”. La prospettiva più conservatrice sostiene che la bibbia e la tradizione abbiano insegnato che la contraccezione, l’aborto, l’omosessualità siano comportamenti sempre e comunque errati. La chiesa cattolica condivide formalmente queste posizioni, anche se molti cattolici mostrano dissenso su alcuni punti, aprendo in merito un vivo dibattito. Le chiese ortodosse mostrano un atteggiamento più comprensivo nei confronti della contraccezione all’interno del matrimonio qualora si dimostri come scelta necessaria al benessere della coppia; resta invece più netto il rifiuto dell’aborto e dell’omosessualità praticata. Alcune chiese riformate come quella luterana, metodista, valdese e anglicana, generalmente accettano la contraccezione all’interno del matrimonio, rifiutando anch’esse la partica dell’aborto. Altri gruppi come i battisti, pentecostali rifiutano invece entrambe le pratiche.
Generalmente è comune a tutti i cristiani richiedere o suggerire un’astensione sessuale prima del matrimonio, e considerare il matrimonio come un passo decisivo nella vita del credente.

Pratiche

1. Battesimo

Il battesimo è un rito cristiano di ammissione nel gruppo dei fedeli e di partecipazione alla speranza di salvezza religiosa. Quasi universalmente è utilizzata dell’acqua, e il riferimento ai testi sacri è il racconto del battesimo di Gesù nel fiume Giordano. Nel cristianesimo primitivo, il candidato si immergeva totalmente o parzialmente nell’acqua. Oggi forme diffuse di battesimo possono prevedere più semplicemente che l’acqua sia versata sulla fronte del battezzando. Più della metà di tutti i cristiani usa battezzare i neonati, ma una parte considerevole di cristiani quali i battisti, gli anabattisti, e i pentecostali, assumono come effettivo solo il “battesimo dei credenti”, cioè quello di una persona capace di comprendere gli insegnamenti biblici e di fare pubblica professione di fede. Secondo questi gruppi i bambini non dovrebbero essere battezzati prima di poter comprenderne il significato. La maggioranza dei cristiani interpreta il battesimo come rito necessario per la salvezza, un sacramento di passaggio da uno stato di naturale peccato a una rigenerazione attraverso una reale trasformazione sovrannaturale del battezzato. Questa visione è condivisa dalla chiesa cattolica, e dalle chiese ortodosse e da molte chiese riformate come la luterana e l’anglicana. Rimangono alcune differenti posizioni espresse da gruppi cristiani come i quaccheri o l’esercito della salvezza, i quali non interpretano il battesimo come strettamente necessario per la salvezza: pur non vietandolo, essi nondimeno non lo praticano.

Vedi fonte n.2

2. L’eucarestia

Una pratica comune a tutti i cristiani coinvolge il corpo dei credenti: si tratta dell’eucarestia, chiamata anche “santa comunione”, o “cena del Signore”. Ricordando l’ultima cena di Gesù Cristo come narrata nei testi del Nuovo testamento, durante un rito, i credenti riuniti mangiano del pane e bevono del vino, recitando e ricordando le parole di Gesù ai suoi discepoli “Questo è il mio corpo”, “Questo è il mio sangue”. Questa pratica per i credenti cristiani ricorda e reitera il sacrificio di Gesù per la salvezza degli uomini.
Insieme al battesimo, tale rito di mangiare insieme ricordando l’ultima cena e le parole di Gesù ai discepoli, è la più antica pratica del cristianesimo. I cristiani riconoscono generalmente che durante il rito si dia la presenza di Gesù Cristo, anche se vi sono opinioni differenti sulla sua natura, luogo, e modalità. Alcuni cristiani credono che il pane e il vino diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo; altri credono nella sua presenza spirituale. Il rito dell’eucarestica pone l’accento in particolare sull’unità di corpo e spirito: coinvolge nell’atto del mangiare e bere i corpi dei fedeli facendoli partecipi della salvezza spirituale, nel momento in cui si ricorda e si narra del sacrificio corporale del fondatore.    

Vedi fonte n.3

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