- Cosa ti viene in mente quando senti la parola "minoranza"?
- Cosa pensi che significhi la parola "diaspora"?
- Secondo te quali problemi emergono dalla foto? Li includeresti nel quadro concettuale delle categorie di "minoranza", "migrazione" e "diaspora".
- Se pensate alla storia del vostro Paese, in quale momento storico si osserva il fenomeno della migrazione? Perché?
Testo per l’insegnante
1. Cosa significano le parole “migrazione, “diaspora” e “minoranze”? - Testo per l’insegnante
La parola inglese migrazione deriva dal verbo latino migrare, che significa "spostarsi da un luogo ad un altro.
Esistono diverse tipologie di “migrazioni umane”. Innanzitutto la migrazione può essere nazionale o internazionale. Al primo caso appartengono i movimenti di individui e famiglie da una zona a un'altra dello stesso paese (per esempio, dalle aree rurali alle città); al secondo caso appartengono i movimenti che coinvolgono due o più nazioni. In secondo luogo, la migrazione può essere volontaria o forzata. La maggior parte migrazione volontaria, sia nazionali che internazionali, è intrapresa per cercare di migliorare la qualità della vita grazie a un miglioramento delle condizioni economiche e sociali. Le migrazioni forzate sono espressione di profondi disagi ecomonico-politici dei paesi nativi, coinvolgono persone espulse dai governi durante la guerra oppure ridotte in prigionia e schiavitù. Intermedia tra queste due categorie sono le migrazioni volontarie di profughi in fuga da guerre, carestie o catastrofi naturali. Questo concetto è legato al concetto di diaspora.
La parola diaspora deriva dal greco classico diaspeirein "Distribuire, disseminare”. Il concetto di diaspora è stato a lungo utilizzato con riferimento ai Greci nel mondo ellenico e agli Ebrei dopo la caduta di Gerusalemme, evento accaduto all'inizio del VI secolo a.C. A partire dagli anni 1950 e 1960, gli studiosi hanno cominciato a usarlo con riferimento alla diaspora africana, l'uso del termine è stato esteso ulteriormente nei decenni successivi. In generale, gli Studi sulla Diaspora definiscono il termine come spostamento forzato di gruppi che hanno come riferimento comune una cultura condivisa. La caratteristica fondamentale della diaspore è la dispersione a partire da una origine comune, intesa non soltanto come origine geografica, ma soprattutto come identità collettiva basata su un'esperienza socioculturale condivisa, come nel caso della diaspora nera/africana. Tuttavia, la maggior parte delle diaspore hanno mantenuto un rapporto sia con il luogo di origine sia con i vari gruppi dispersi. I gruppi di persone che si spostano spesso sono una minoranza nel paese ospitante.
Una minoranza è un gruppo culturalmente, etnicamente o razzialmente distinto da coloro che detengono la maggioranza delle posizioni del potere sociale in una società, che convive con essi ma ne sono subordinati. La categoria di “minoranza” è usato nelle scienze sociali, le quali individuano proprio nella subordinazione ad un gruppo dominante la caratteristica delle minoranze. Come tale, lo status di minoranza non è necessariamente correlato numericamente alla popolazione. In alcuni casi uno o più gruppi cosiddetti minoritari possono avere una popolazione numericamente superiore a quella del gruppo dominante. Un gruppo minoritario è socialmente separato o segregato dalle forze dominanti di una società, proprio perché separati i membri di un gruppo minoritario sono spesso esclusi da un pieno coinvolgimento nel funzionamento della società. Così, il ruolo dei gruppi minoritari varia da società a società a seconda della struttura del sistema sociale e dell’influenza relativa della minoranza.
Una minoranza interagisce con la cultura del gruppo dominante, può assumerne alcuni tratti attraverso dei processi che rientrano nella categoria di acculturazione. A partire dal XX seccolo d.C. il termine "minoranza" spesso lo si associa ai dibattiti relativi ai diritti civili, in relazione alle discriminazioni sociali a cui sono spesso sottoposte le minoranze.
Analisi e commento delle fonti
Fonte 1 La prima fonte è estremamente interessante poiché è possibile vedere le differenti rotte che partono dai differenti luoghi africani. Inoltre è importante per spazializzare le rotte migratorie.
Fonte 2 La seconda fonte, attualissima, mostra un barcone con migranti nord africani diretto verso l’isola di Lampedusa. Durante gli sbarchi molte persone vengono ritrovate morte. I migranti viaggiano per terra e per mare con la speranza di sopravvivere.
Informazione interculturale e interdisciplinare
(Storia)
Immigrazione europea negli Stati Uniti
È possibile ricostruire la storia dell’immigrazione europea negli Stati Uniti osservando quattro periodi: 1) il periodo coloniale; 2) la metà del XIX secolo; 3 ) l’inizio del XX secolo; 4) gli anni post 1965.
Ogni periodo è stato caratterizzato da etnie specifiche e gruppi nazionali diretti verso gli Stati Uniti. Nel XVII secolo circa 400.000 inglesi migrarono verso le colonie americane. Nel 1670 i primi gruppi significativi di immigrati tedeschi arrivarono nelle colonie britanniche, stabilendosi soprattutto a New York e Pennsylvania. Oltre la metà dei migranti europei, nel corso del XVII e del XVIII secolo, arrivarono delle colonie americane come servi. Nel corso del XIX secolo, l’immigrazione è continuata in modo numericamente significativo, per esempio, dalla sola Germania arrivarono circa 8 milioni di persone. Intorno alla metà del XIX secolo si assistette ad un grande afflusso di persone provenienti dal nord Europa; nel XX secolo dall’Europa orientale e meridionale e dopo il 1965 l’immigrazione fu maggiormente latino-americana e asiatica. Gli storici stimano al meno di un milione i migranti giunti dall’Europa negli Stati Uniti tra il 1600 e il 1799. Il Naturalization Act del 1790 limitato alle “persone bianche libere“ è stato ampliato nel 1860 includendo i neri e solo nel 1950 incluse gli asiatici. Nei primi Anni di esistenza degli Stati Uniti (dopo la dichiarazione di indipendenza dagli Inglesi proclamata il 4 luglio 1776), l’immigrazione concerneva meno di otto mila persone l’anno, compresi i rifugiati provenienti dalla rivolta degli schiavi di Haiti. Dopo il 1820, l’immigrazione aumentò gradualmente.
Dal 1836 al 1914, oltre 30 milioni di europei sono emigrati negli Stati Uniti. Il tasso di mortalità di questi viaggi transatlantici era alto, pertanto gli Stati Uniti nel 1875 hanno approvato la prima legge sull'immigrazione la Page Act 1875, che limitava l’immigrazione e la proebiva alle persone considerate “indesiderabili“: la legge classificato come "indesiderabili" qualsiasi individuo proveniente dall‘Asia che si recava in America per essere un lavoratore forzato, donne asiatiche che si sarebbero prostituite e tutte le persone considerate detenuti nel loro paese.
Nel 1921, il Congresso approvò la Emergency Quota Act, seguita dalla legge sull'immigrazione del 1924. La legge 1924 mirava a limitare ulteriormente l’immigrazione proveniente dal Sud e dell’Est Europa, soprattutto Ebrei, Italiani e Slavi, che aveva cominciato a entrare nel paese in gran numero a partire dal 1890. Le restrizioni coinvolsero anche molti europei in fuga dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, ai quali è stato impedito di andare negli Stati Uniti.
Fino al 1930 immigrati regolari erano maschi. Dal 1990 le donne rappresentavano poco più della metà di tutti gli immigrati regolari. Gli immigrati contemporanei tendono ad essere più giovani proporzionalmente rispetto alla popolazione nata degli Stati Uniti, una forte rappresentanza è data da giovani tra i con 15 e i 34 anni. Essi sono tendenzialmente sposati e le statistiche indicano una minore probabilità di divorzio rispetto agli americani nati in America della stessa età.
L'immigrazione dal Sud Asia e dalle Medio-Oriente ha contribuito ad ampliare la composizione religiosa degli Stati Uniti. L'Islam negli Stati Uniti è in crescita soprattutto a causa dell'immigrazione. L‘Induismo, il buddismo e Sikhismo significativi numericamente negli Stati Uniti costituiscono altri esempi.
Dal 1992 si stima che sono presenti negli Stati Uniti circa 1,7 milioni di musulmani, circa 1 milione di indù, e circa 1 milione di buddisti sono immigrati legalmente.
CONVIVENZA & CONFLITTI, DIFFERENZE E SOMIGLIANZE TRA RELIGIONI | Religioni, migrazioni e minoranze
1. "Cosa significano le parole “migrazione, “diaspora” e “minoranze”?"
La cartina mostra le principali rotte marittime e terrestri percorse dai migranti provenienti dall’Africa e diretti in Europa. Come è evidente dalla cartina, i migranti, convergono sulle sponde mediterranee dell’Africa diretti verso la Sicilia, dalla quale continueranno il viaggio verso le diverse nazioni europee.
Cartina delle rotte migratorie del Mediterraneo.
Reproduced under licence from BBC News Europe bbc.co.uk - © 2014 BBC http://news.bbcimg.co.uk/media/..mediterranean_migration_routes_976.gif
L’immagine è una foto esempio degli sbarchi dei migranti provenienti dal nord-Africa in Sicilia. I migranti, cristiani e musulmani, fuggono dai loro paesi d'origine quali l'Egitto, la Tunisia, la Libia, Eritrea, Somalia per ragioni diverse: religiose, politiche, economiche.
Fotografia relativa agli sbarchi dei migranti sull’isola di Lampedusa
http://en.wikipedia.org/wiki/...People_at_Sicily_in_the_Mediterranean_Sea.jpg
Boat People at Sicily in the Mediterranean Sea CC BY 2.0.