2. Origina storica della prima fase di diffusione dell’ Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam - Testo per l’insegnante
La diffusione delle tre grandi religioni monoteiste è avvenuta per motivazioni differenti e attraverso modalità diverse.
Diaspora ebraica: denominazione scientifica e significato
L'espressione "diaspora ebraica" (cfr pagina 1), si riferisce alla dispersione degli ebrei fra i Gentili dopo l’esilio babilonese; si riferisce inoltre ai gruppi di ebrei o comunità ebraiche sparse "in esilio" al di fuori dalla Palestina o attualmente da Israele. Anche se il termine si riferisce alla dispersione fisica degli ebrei in tutto il mondo, esprime anche connotazioni religiose, filosofiche, politiche ed escatologiche: questa complessità di aspetti si basa sulla percezione che gli ebrei hanno del rapporto speciale tra la terra di Israele e se stessi. Il rapporto tra la terra di Israele e gli ebrei è soggetto a differenti interpretazioni, che vanno dalla speranza messianica dell’ ebraismo tradizionale per la "riunione degli esiliati" alla visione dell‘ Ebraismo Riformato che interpreta la dispersione degli Ebrei come fatto provvidenzialmente organizzato da Dio per promuovere il monoteismo puro in tutto il mondo.
La prima diaspora ebraica risale al 586 a.C. dopo che i Babilonesi conquistarono il Regno di Giuda, una parte della popolazione ebraica fu deportata in schiavitù.
La diaspora più significativa culturalmente nella storia ebraica fiorì nel primo secolo a.C. ad Alessandria, dove il 40 per cento della popolazione era ebraica. Intorno al I secolo d.C, circa 5.000.000 di ebrei vivevano al di fuori della Palestina, circa quattro quinti di loro all'interno dell'Impero romano, ma essi consideravano sempre la Palestina come il centro della loro vita religiosa e culturale. Fino a questo momento, gli ebrei della Diaspora erano numericamente inferiori rispetto gli ebrei che vivevano in Palestina prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. Successivamente, i principali centri del giudaismo si spostarono (Babilonia, Persia, Spagna, Francia, Germania, Polonia, Russia, e Stati Uniti), e le comunità ebraiche gradualmente adottarono lingue rituali e tratti culturali culture dei paesi ospitanti. Come la storia ci insegna, gli ebrei in alcune nazioni vissero serenamente, in altre divennero vittime di violenza anti-semitismo.
Gli ebrei, hanno punti di vista molto divergenti sul ruolo della diaspora e sull'opportunità e l'importanza di mantenere un‘identità nazionale. Mentre la stragrande maggioranza degli ebrei ortodossi sostiene il movimento sionista (il ritorno degli ebrei in Israele), alcuni ebrei ortodossi arrivano al punto di opporsi alla nazione moderna di Israele come Stato laico e senza Dio. Secondo la teoria di shelilat ha-gulut (negazione dell‘esilio), sposata da molti israeliani, la vita e la cultura ebraica sono condannati alla diaspora a causa dell‘assimilazione e dell’acculturazione avvenuta con le culture incontrate nella storia; soltanto quegli ebrei che migrarono verso Israele hanno la speranza di perpetuare l‘esistenza degli Ebrei. Va notato che né questa posizione, né nessun altra favorevole a Israele, sostiene che Israele sia il compimento della profezia biblica per quanto riguarda l'avvento dell'era messianica.
Diffusione del cristianesimo nel periodo paleocristiano
La prima parte della storia del cristianesimo, riscontrabile durante la vita dei Dodici Apostoli, è chiamata “età apostolica”. All'inizio della sua storia, il cristianesimo si diffuse di città in città nell'Impero Romano ellenizzato, in Africa orientale e in Asia meridionale. Gli Apostoli viaggiarono molto, fondando comunità nelle principali città e regioni di tutto l'Impero. Le prime comunità ecclesiali sono state fondate dagli apostoli e da numerosi altri cristiani (soldati, mercanti e predicatori), in Nord Africa, in Asia Minore, Armenia, Arabia, Grecia, e in altri luoghi. Entro la fine del primo secolo, il cristianesimo era già diffuso in Grecia e in Italia, alcuni studiosi sostengono che il cristianesimo giunse fino all'India. Questa prima evangelizzazione costituirà la base per la diffusione espansiva del cristianesimo in tutto il mondo. Ad esempio, grazie alla predicazione apostolica, sono nati nel corso del primo secolo dopo Cristo, due chiese orientali non molto conosciute in Occidente: la prima è la chiesa di Alessandria, secondo le fonti storiche tramandata da Eusebio di Cesarea (260/265 - 339/340 d.C. fu uno storico romano di origine greca), la chiesa è stata fondata dall'apostolo Marco. La seconda è la chiesa indiana di Malabar, chiamata Chiesa di San Tommaso. Il Cristianesimo indiano collega la sua nascita alla predicazione dell'apostolo Tommaso arrivato a metà del primo secolo in Malabar, dove predicò fino al martirio.
Lo sviluppo della diffusione del cristianesimo nel corso del secondo e terzo secolo è stato "multidirezionale e non facilmente mappabile". Tutte le prime comunità cristiane furono minoranza spesso perseguitate. Ieri come oggi. Le persecuzione dei cristiani nell'Impero romano si sono verificate in modo intermittente per circa tre secoli, fino alla 313 data del famoso Editto di Milano. L'Editto di Milano si riferisce al febbraio del 313 d.C., un accordo per trattare i cristiani con benevolenza all'interno dell'impero romano. Costantino I imperatore dell’Impero Romano d’Occidente e Licinio, che controllava i Balcani, si incontrarono a Milano e concordarono di cambiare le politiche nei confronti dei cristiani. Da questo momento il cristianesimo è stato legalizzato come "religio licita".
I cristiani sono stati perseguitati dalle autorità locali, spesso a causa dei capricci della comunità locali più che per volontà dell'autorità imperiale.
Queste persecuzioni hanno fortemente influenzato lo sviluppo del cristianesimo, hanno plasmare la teologia cristiana e la struttura della Chiesa. Tra le altre cose, le persecuzioni hanno dato luogo a molti culti dei santi e possono aver contribuito alla rapida diffusione del cristianesimo, anche grazie a scritti a difesa della religione cristiana.
La conquista musulmana
Secondo la tradizione, le conquiste musulmane, note anche come le “conquiste islamiche” o “conquiste arabe”, hanno avuto inizio con il profeta Maometto nel VII secolo d.C. Questi ha innescato un cambiamento religioso e politico nella penisola araba, opera portata avanti dai suoi successori, in particolare dei califfi detti Rashidun (I califfi ben guidati) e il califfato omayyade, grazie al quale si assistette ad una rapida espansione del potere musulmano. Questo potere è cresciuto ben oltre la penisola arabica, sotto forma di un impero musulmano con un'area di influenza che si estendeva dai confini della Cina e dell'India, in tutta l'Asia centrale, il Medio Oriente, Nord Africa, la Sicilia, e la penisola iberica, al Pirenei. Sotto l'ultimo dei Omayyadi, l'impero arabo era esteso 200 giorni viaggio da est a ovest, dai confini dei Tartati, fino alle coste dell'Oceano Atlantico.
Il progresso della diffusione dell'Islam in uno spazi così ampio comportò una relativa uniformità culturale. La lingua e le leggi del Corano furono studiate con la stessa devozione a Samarcanda e Siviglia. La lingua araba è stata adottata come lingua quotidiana in tutte le province ad ovest del Tigri.
Le conquiste musulmane portarono alla caduta dell'Impero sasanide e una grande perdita territoriale per l'Impero Bizantino. Le ragioni del successo musulmano sono difficili da ricostruire: in primo luogo perché le fonti del periodo sono frammentarie. Molti storici concordano sul fatto che l’impero sassanide e l’impero bizantino furono militarmente ed economicamente esausti da decenni di lotta contro l'un l'altro.
Il periodo di conquiste islamiche è inscindibile dall’ espansione dell'Islam come religione. Egualitarismo essenziale dell'Islam all'interno della comunità dei fedeli e la sua discriminazione ufficiale contro i seguaci di altre religioni hanno provocato rapide conversioni. Ebrei e cristiani e zoroastriani avevano uno status speciale di dhimmi (Dhimma- Protezione) come comunità basate su una Scrittura Sacra, per questo sono stati chiamati la "gente del Libro" (Ahl al-Kitāb) e, quindi, sono stati autorizzati poter professare la propria religione con grosse limitazioni. Essi erano tenuti a pagare una tassa pro capite chiamato jizya una tassa fondiaria chiamata kharaj.
Analisi e commento delle fonti
Fonte 1 Cartina storica di Israele, in particolare la Terra di Canaan durante il Residence degli Israeliti nel deserto. La terra promessa in eredità eterna ad Abramo e alla sua discendenza, la scena dei principali eventi registrati nella Scrittura, è stata conosciuta con molti nomi tra cui la terra di Canaan. Canaan, zona variamente definita nella letteratura storica e biblica, ma sempre centrata sulla Palestina. Secondo l'Antico Testamento, gli Israeliti occuparono e conquistarono la Palestina, o Canaan, a partire dalla fine del secondo millennio a.C., o forse prima; la Bibbia giustifica tale occupazione identificando Canaan con la Terra Promessa, la terra promessa ai figli d'Israele di Dio. Questo nome si riferiva solo a quella porzione di territorio che si trovava tra il Giordano a est, e il Mar Mediterraneo ad ovest.
Fonte 2 Gli Atti degli Apostoli sono la principale fonte di informazione per il periodo paleocristiano. Pentecoste è una delle grandi feste del cristianesimo occidentale e orientale. Da questo momento raccontato negli Atti degli Apostoli, il cristianesimo cominciò a diffondersi nel mondo. La traccia selezionata parla di Pentecoste, quando lo Spirito Santo scende sugli apostoli. Erano tutti Galilei, e tuttavia, dopo la discesa dello Spirito Santo hanno potuto parlare molte lingue, al fine di portare gli insegnamenti di Gesù Cristo nel mondo. Quello che il testo ci dice è che il cristianesimo primitivo comprese la diffusione del messaggio cristiano in tutto il mondo come una missione sacra, donata da Dio. In realtà, in questo racconto è Dio, per sé che innesca un tale comportamento, conferendo il potere miracoloso di multilinguismo (e di altri poteri, segni del divino affinché le persone si convertissero).
Fonte 3 La cartina mostra la diffusione dell'Islam: i diversi colori rappresentano differenti periodi di espansione islamica, in particolare il marrone mostra l’espansione sotto il profeta Maometto (622-632), il rosa mostra l'espansione durante il periodo di quattro Califfi Rashidun (632-661) e il giallo durante il califfato Omayyade (661-750).
Informazione interculturale e interdisciplinare
(Scienze sociali)
La diffusione del Buddhismo.
Il buddismo è la religione si diffuse in ogni parte dell'Asia tanto da essere considerato la religione asiatica per eccellenza. Vedi il modulo Buddismo II, dedicato alla sua diffusione in Asia.
Collegamenti con altri moduli
Introduzione all’Ebraismo
Introduzione al Cristianesimo
Introduzione all'Islam
Introduzione al Buddhismo II