Una rilevazione delle comunità cristiane mondiali (così come nel caso di altre fedi e religioni) sarebbe indubbiamente difficile da portare a termine. Quale sarebbe un criterio obiettivo di affiliazione religiosa, specialmente in un momento attuale in cui i sociologi indicano l'ubiquità delle pratiche di "bricolage religioso" ( ossia: la pratica del singolo o comunità di costruire le loro proprio convinzioni prendendo elementi in prestito da diverse fedi)? Gli studiosi generalmente distinguono tra simpatizzanti, credenti e praticanti. Questa complessità spiega perché pochi tenterebbero di compilare statistiche su scala mondiale. Le cifre i solito provengono dal database sviluppato dal team di David B. Barret, che ha usato informazioni da istituzioni nazionali e internazionali, oppure da organizzazioni religiose. E tutte furono riviste da esperti e missionari. Nella metà del 2008, su una popolazione stimata in prospettiva di 6,691 miliardi, il team di Barret riportò 2,231 miliardi di affiliati al Cristianesimo, coprendo più di 33.000 denominazioni. La mappa illustra la distribuzione globale negli anni Novanta, assieme alle tre maggiori denominazioni. Basandoci su valori assoluti e relativi, vediamo che ognuna delle tre denominazioni ha una particolare geografia.

I principali centri del Cattolicesimo, la più ampia denominazione mondiale, sono in America Latina e in Europa. Un centro secondario sono le Filippine e altre piccoli gruppi distribuiti nel resto dell'Asia e in Africa. Dalla sua base in Europea, la religione Cattolica si è diffusa in particolare attraverso migrazioni e la colonizzazione. Valori relativi mostrano che i centri primari sono in America Centrale e Sud America, area in cui la maggioranza della popolazione è cattolica. Nel caso dell'Europa, questi sono l'Irlanda, la Spagna, il Portogallo, la Francia, l'Italia e la Polonia. Nel caso dell'Africa, Angola e Gabon. Nel caso dell'Asia, le Filippine. Da altre parti, alte percentuali di Cattolici (20-60%) si trovano in Nord America, Australia, parti dell'Europa, e in diverse nazioni dell'Africa, come Madagascar, Camerun, Tanzania, la Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Uganda e Zambia. Un ridotto numero di paesi includono visibili minoranze di cattolici (dal 4% al 20%): quelli centro-europei, Chad e Sudan nell'Africa sub-sahariana.
La denominazione Protestante è centrata in due aree: l'Europa (dove è apparsa) e gli Stati Uniti (dove molti europei sono emigrati). Gruppi meno significativi si trovano in Africa, Sud America e India. A differenza del Cattolicesimo, in poche nazioni il Protestantesimo è eminentemente predominante - questo è solo il caso di alcune nazioni scandinave. Poche nazioni hanno alte proporzioni di protestanti: gli Stati Uniti, la Germania e l'Olanda, il Madagascar, il Sudafrica, la Namibia, il Kenya e lo Zambia. Visibili minoranze di protestanti si trovano nelle Americhe (Canada, Brasile), Africa e Oceania.
La denominazione Ortodossa è decisamente più concentrata, essendo i suoi centri la Russia, l'Europa orientale e sud-orientale, e gli Stati Uniti. Solo i Balcani mostrano una predominanza ortodossa. A parte da una minoranza in Egitto, gli ortodossi sono poco presenti in altre aree (meno del 4%). Esattamente come i cattolici e i protestanti sono quasi inesistenti in Russia, tutte le denominazioni cristiane sono allo stesso modo insignificanti in Medio Oriente, Nord Africa e in Asia Minore, essendo queste regioni caratterizzate dall'aderenza all'Islam. Ciò detto, tuttavia, bisogna trattare con precauzione queste cifre molto generali che riassumono i cristiani all'interno delle tre maggiori denominazioni. Questo vale in particolare per il Protestantesimo: i protestanti scandinavi, per esempio, differiscono da quelli degli Stati Uniti e dell'Africa. I primi sono essenzialmente Luterani, mentre negli altri casi sono Evangelici, la più dinamica branca del Cristianesimo contemporaneo.