- Quale espressione si nota sul volto di Sarah?
- Come la si spiega?
- Cosa sono i testi stampati sulle parti della pagina?
- Chi li ha scritti?
- Quando e dove vissero gli studiosi che hanno scritto questi testi?
- Ci sono altri indizi per distinguere Mendelssohn da Lessing?
- Su quale libro ha lavorato Ben-Yehuda nel 1901? Chi ha concluso la sua opera?
- Perché la maggior parte delle città in Israele hanno una via intitolata a Ben-Yehuda?
3. Le principali figure bibliche e storiche - Per gli insegnanti
I patriarchi e matriarche
L'ebraismo dà molta importanza agli antenati del popolo ebraico: Abramo e Sara; Isacco e Rebecca; Giacobbe, Rachele e Lea. Ogni antenato ha una sua importanza, esprime un messaggio specifico e arricchisce la gamma di personaggi umani della Bibbia ebraica.
Abramo e Sara
Chiamati originariamente Avram (alto Padre) e Sarai (Mia principessa), Abramo e Sara sono all'origine della genealogia ebraica. Il termine ebraico per storia è Toldot (generazione) per dimostrare che la Storia è stata creata dalle generazioni di esseri umani che hanno contribuito ad essa. Da qui l'importanza della prima generazione che, in rottura con la propria storia, ha creato un nuovo popolo. "Lekh Leha", Dio disse ad Avram - che può essere tradotto come "va' per te" o "va verso te" - prima di aggiungere: "Vattene dal tuo paese, dal tuo popolo e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò" (Genesi 12: 1). A causa di questo incarico, il patriarca sarebbe stato il primo ad essere designato come Ivri (ebraico), un nome derivante da "andare", "andare oltre".
Tra le prove che questa coppia originaria ha dovuto affrontare, c'è stata la sterilità di Sarai, mentre Dio aveva promesso a Sarai e Avram una prole. Dio fece un patto con Avram, rinnovò la promessa di una prole, tra cui i figli maschi dovevano essere circoncisi, e cambiò il nome di Avram in Avraham (Padre di molti), e il nome di Sarai in Sarah (Principessa, Colei che governa) . Essendo Sara una donna di 90 anni che viveva con un uomo di 100 anni, la promessa divina la fece sorridere, il che spiega il nome del figlio nato dalla loro unione: Yitshak (Egli riderà), un nome che esprime fiducia in un possibile futuro, nonostante le prove del passato.
Isacco e Rebecca
Scelta per la sua ospitalità verso il servo di Abramo, che era in viaggio per scegliere una sposa per Isacco, Rivka (Rebecca) decise di lasciare la sua famiglia per diventare moglie di quest'ultimo. Il loro amore coniugale è stato esemplare. Un inno nella liturgia ebraica elogia la giustizia e la verità riprendendo i nomi di Yitshak e Rivka in forma di doppio acrostico.
Rebecca era più lungimirante del suo marito. Essa adottò uno stratagemma in modo che il secondogenito tra i suoi due gemelli, Yaakov (Giacobbe), un uomo sensibile, ricevesse la benedizione paterna al posto del primogenito, Esav (Esaù), un uomo grezzo. Qui una legge naturale viene invertita a favore di un possibile progresso nella storia Questo episodio illustra il ruolo delle donne nella storia biblica: pur stando spesso sullo sfondo, avevano una capacità di giudizio e un potere decisionale che poteva cambiare il corso degli eventi.
Giacobbe, Rachele e Lea
Giacobbe era pronto a sposarsi. Durante la visita alla famiglia di Labano, suo zio materno, si incontra con Rahel (Rachele, che significa "pecora"), e si innamora di lei. Lavora al servizio di Labano per sette anni per poter sposare Rachele. Ma lo zio, che non possedeva la stessa etica di Abramo, lo inganna e gli concede di sposare Lea, sua figlia maggiore. Giacobbe quindi lavora al servizio di Labano per altri sette anni per poter sposare anche Rachele. Le due mogli di Giacobbe e loro due ancelle danno alla luce dodici figli e una figlia. Lea, la moglie disdegnata, la meno piacevole agli occhi di Giacobbe, partorisce più figli di Rachele, che era rimasta sterile per molti anni prima di dare alla luce due figli - prima Yosef (Giuseppe, che significa "Dio aggiungerà") e successivamente Binyamin (Beniamino, che significa "figlio della destra") - che erano i prediletti di Giacobbe.
Dopo una lotta con un angelo, Giacobbe viene rinominato Israele, e i suoi figli e i loro discendenti vengono nominati Bne Israel (Figli di Israele o Israeliti), che in seguito diverrano gli ebrei.
La Bibbia racconta le azioni dei patriarchi e delle matriarche senza nascondere le loro debolezze o addirittura la loro violenza. Questi personaggi sono profondamente uman, si muovono nel mondo così com'è, cercando di rimanere fedeli al patto stipulato tra Dio e il loro antenato. In un certo senso, la Bibbia ebraica è un resoconto della tortuosa relazione tra Dio e i fedeli che hanno scelto di testimoniare la sua esistenza.
Hillel e Shammai
Hillel (70 a.C. - 10 d.C.) e Shammai (50 a.C. - 30 d.C.) formano l'ultima delle cinque zugot (coppie di uomini saggi) che trasmettevano la Legge orale nel primo secolo avanti Cristo. Hillel e Shammai divergevano su molti punti. Hillel aveva la reputazione di essere più flessibile rispetto a Shammai nell'interpretare la Torah e di stabilire leggi dotate di minor rigore.
Hillel, chiamato anche Hillel il Vecchio,nacque a Babilonia, dove studiò prima di trasferirsi a Gerusalemme. Quando era studente, non poteva raccogliere abbastanza soldi per frequentare un corso, così si arrampicò sul tetto della scuola per ascoltare le lezioni attraverso un lucernario, e fu poi trovato quasi morto assiderato sotto una coltre di neve. Il suo metodo ermeneutico consisteva in sette regole di interpretazione della Torah. Questo suo metodo era molto ben considerato, e divenne Nassi (Presidente), del Sanhedrin (Sinedrio o Alta Corte di Giustizia).
Hillel non esitò a criticare l'opulenza in cui il re Erode viveva. Rimase sempre vicino alla gente. Ai suoi occhi, l'insegnamento della Torah non era destinato alle sole élite, e riteneva che la ragione migliore per tale studio fosse quella di migliorare le proprie conoscenze e di agire "per l'amor del cielo". I suoi vivaci metodi di insegnamento furono influenzati dai filosofi greci Socrate e Aristotele. Era paziente, indulgente e offriva esempi pratici, compresi quelli personali. Ai suoi occhi, il miglior esempio che poteva essere dato era la propria condotta personale.
Di Shammai, probabilmente nato in Terra d'Israele, si narra essere stato un muratore o un architetto. Divenne il vice presidente del Sanhedrin (con Hillel come presidente). Più idealista di Hillel e più lontano dalle realtà del mondo, cercò un modo rigoroso di applicare le prescrizioni rituali. Uomo irascibile, ha espresso il suo pensiero in poche parole ("Lasciate che le vostre parole siano poche e che le vostre azioni siano molte"). Era preoccupato che gli ebrei potessero essere assorbiti dall' Ellenismo e dal mondo romano, e dai pericoli derivanti.
Questi due saggi si comportavano in modo diverso, come mostrato in questo famoso aneddoto. Un giorno uno straniero si fermò davanti a Shammai e gli chiese: "Insegnami tutta la Torah, mentre io sto ritto su un piede." Sammai lo spinse indietro con la riga da architetto che teneva tra le mani. Lo straniero poi andò da Hillel a fare la stessa domanda. Hillel lo accolse e gli disse: "Ciò che è odioso ai tuoi occhi, non farlo al tuo prossimo, la Torah è tutta qui; tutto il resto commenta solo questa frase. Va' a studiare! " (Talmud, trattato Shabbat 31a).
Il comportamento differente tra i due saggi può essere spiegato come segue: nonostante Shammai avesse precedentemente proferito: "Accogliete chiunque con dolcezza", teneva tra le mani la riga da architetto, che simboleggia l'essere retto; ai suoi occhi, la Torah poteva essere compresa e applicata solo attraverso un impegno totale. Hillel riteneva la comprensione della Torah come un lungo processo di apprendimento da costruire passo dopo passo. Egli non ha scelto il versetto della Torah: "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Levitico 19:18), ma ha offerto un percorso meno arduo esprimendo lo stesso requisito in modo meno idealizzato, per essere più vicino alla esperienza dello straniero.
Il Talmud racconta i numerosi scambi di opinioni tra la Beth Hillel (scuola di Hillel) e la Beth Shammai (scuola di Shammai). Possiamo leggere la seguente frase, riferita al momento di prendere una decisione da seguire: "Le une e le altre sono le parole del Dio vivente, ma la regola sarà basata sul parere espresso dal scuola di Hillel." Meno frequentemente, la halakha (legge rabbinica) ha seguito il consiglio dato dalla scuola di Shammai. Eppure entrambi i pareri sono stati considerati "parole del Dio vivente" poiché, secondo la tradizione ebraica, gli ebrei provenienti da tutte le generazioni hanno ricevuto queste parole, ai piedi del Monte Sinai, e tutta la Torah - scritte e orale - è stata trasmessa loro in quel momento .
Rashi da Troyes (1040-1105)
[Vedere Modulo I sull'ebraismo, sezione 3]
Rabbi Shlomo Ben Yitzhak, ha-Tsarfati (Salomone, figlio di Isacco, il francese) nasce a Troyes, una città francese nella regione di Champagne, e trascorre lì la maggior parte della sua vita. È meglio conosciuto con il suo acronimo Rashi. Dopo aver studiato a Magonza, Worms e Metz, i principali centri di studi ebraici in quel momento, torna a Troyes per lavorare come un produttore di vino e come dayyane (giudice rabbinico).
Rashi è diventato famoso per il suo enorme lavoro come commentatore della Torah e del Talmud. Il suo commento al Pentateuco è stato il primo libro stampato in ebraico, nel 1475 in Italia, a Reggio Calabria. Rashi ha cercato di chiarire la pshat, vale a dire l'ovvio significato della Torah, attraverso le spiegazioni che fanno riferimento a situazioni familiari. Queste spiegazioni sono scritte in uno stile semplice, chiaro e conciso. Usa spesso paragoni con il lavoro quotidiano dei contadini o artigiani, o traslittera in ebraico parole in antico francese che potevano essere meglio comprese dai suoi contemporanei. Spesso comincia con questa formula: "Nella tua lingua, si chiama ..." I suoi riferimenti al contesto culturale del tempo mostrano che la popolazione ebraica era ben integrata nella comunità locale.
Rashi era allo stesso modo molto interessato alla grammatica ebraica per comprendere il significato del testo. Anche se si è concentrato principalmente sulla pshat, a volte utilizzava la darash (interpretazione omiletica) per illustrare una legge o un concetto etico. Al di fuori del mondo ebraico, il monaco Nicola di Lyra (1270-1340) lesse i libri di Rashi e citò i suoi scritti nei suoi stessi commentari. Anche Lutero e altri traduttori della Riforma utilizzarono ampiamente il lavoro di Rashi.
Rashi commentò il Talmud utilizzando un metodo logico al fine di offrire spiegazioni sia chiare che estese agli studenti. Raramente si presenta come un teologo, e non esita a scrivere: "Non lo so" riguardo un argomento difficile.
Rashi ebbe tre figlie che educò egli stesso, cosa poco comune nel Medioevo. I suoi generi e nipoti continuarono il suo lavoro Essi erano conosciuti come i Tosafisti (dalla parola ebraica tossaf, che significa "aggiunta").
Verso la fine della vita di Rashi, gli ebrei furono massacrati in Renania durante la Prima Crociata del 1095. Rashi fu rattristato da questi eventi, come mostrato nei suoi commenti su alcuni salmi. Egli continuò la sua opera maggiore fino alla fine della sua vita. Alcuni dei suoi commenti sul Talmud sono stati poi completati dal nipote Samuel ben Meir.
Le edizioni del Talmud inclusero il lavoro di Rashi, stampato sulla colonna interna della pagina, e il lavoro dei Tosafisti, stampata sulla colonna esterna della pagina. L'insieme di queste opere costituisce ancora oggi importante riferimento per gli studenti di una yeshiva (scuola talmudica), il che dimostra la vitalità dell'ebraismo in Francia e l'influenza che ha avuto dal XI al XIV secolo.
Ecco alcune citazioni di Rashi:
- "Gli insegnanti imparano dai dibattiti degli studenti."
- "Non incolpare un compagno e non farlo vergognare in pubblico."
- "Obbedire per amore è meglio che obbedire per paura."
- "Chi studia le leggi e non ne capisce il significato o non riesce a spiegare le contraddizioni è solo un cesto pieno di libri."
In omaggio a questa grande figura del giudaismo, l'Istituto Universitario Europeo Rashi (Institut universitaire européen Rachi) <http://www.institut-rachi-troyes.fr/> è stato inaugurato a Troyes nel 1989. È un centro di studi semitici ed ebraici, che offre corsi di storia, di pensiero e di filosofia ebraica, così come corsi di arabo ed ebraico.
Moses Mendelssohn (1729-1786)
[Vedere Modulo I sull'ebraismo, sezione 4]
Moses Mendelssohn nasce a Dessau, Germania, e vive l'infanzia in povertà assieme a suo padre, che era un sofer (scrivano). A causa di queste condizioni di vita difficili, contrasse una malattia dolorosa e divenne gobbo in giovanissima età. Ricevette un'educazione tradizionale ebraica dal padre e dal rabbino David Frankel, che divenne rabbino capo di Berlino nel 1743. Mendelssohn lo seguì a Berlino. Mentre si guadagnava da vivere come copista e tutore, Mendelssohn imparò la matematica, filosofia, latino, greco, francese, italiano e inglese. Nel 1754, diede inizio a una attività commerciale Lo stesso anno ebbe un incontro con Lessing, un drammaturgo e autore di Nathan il saggio, con il quale divenne amico stretto. I due pubblicarono insieme un'opera di satira, intitolata Pope, un Metafisico!
La reputazione di Mendelssohn crebbe costantemente grazie alla pubblicazione dei suoi saggi filosofici e letterari. Nel 1763, vinse il Gran Premio della Reale Accademia di Prussia per il suo saggio Sulle prove nelle scienze metafisiche. Trascorse gli anni successivi scrivendo sull'ebraismo, mentre si impegnava per migliorare le condizioni di vita degli ebrei. Quale ebreo, dopo che gli era stato concesso solamente un permesso di soggiorno temporaneo a Berlino nel 1763, passò da un soggiorno di sesta classe a uno di terza, con il diritto di vivere a Berlino in modo permanente. Nel 1762 si sposa con Fromet Guggenheim, dalla quale ebbe cinque figli.
Mendelssohn era interessato non solo agli studi ebraici, ma anche al sapere secolare. Tradusse la Torah, i Salmi e il Cantico dei Cantici in tedesco, una lingua che difendeva con fervore di fronte all'egemonia letteraria del francese e del latino. Il suo stile è riconosciuto come uno dei migliori del suo tempo. Si impegnò anche nella difesa dell'ebraico, e ha contribuito alla pubblicazione di Ha-Me'assef (il collettore), il giornale della Haskalah (il movimento illuminista ebraico).
Mendelssohn rimase fedele all'ebraismo durante tutta la sua vita. Compose inni e sermoni. Le comunità cercavano il suo aiuto. Si impegnò per l'emancipazione degli ebrei; ai suoi occhi, tale emancipazione doveva essere sia religiosa che civile. Anche se Mendelssoh era rimasto un ebreo praticante fino alla sua morte, i sostenitori dell'ortodossia lo vedevano come un elemento importante di quella assimilazione che cercavano di combattere
Si rifiutò di convertirsi al protestantesimo, nonostante gli fosse stato chiesto di farlo, ma non partecipò nelle polemiche tra ebrei e protestanti. Voleva mantenere la relativa libertà di cui godevano gli ebrei in Prussia, e ritenne più importante migliorare la situazione dei suoi correligionari che combattere il cristianesimo.
Mendelssohn pubblica il suo libro Gerusalemme nel 1783 per aumentare la consapevolezza dell'ebraismo collegandolo alle correnti filosofiche del suo tempo. Scrisse anche un compendio di leggi e usanze ebraiche per la corte prussiana. Incoraggiò il suo discepolo David Friedlander a sviluppare una riforma dell'istruzione, che portò all'apertura, nel 1781, di una Jüdische Freischule (libera scuola ebraica) di Berlino, la prima delle numerose scuole create in tutto l'Impero austro-ungarico.
L'influenza del pensiero di Mendelssohn è riconosciuta sia nel campo letterario, dove ha sviluppato una teoria psicologica che stabilisce la necessità di un giudizio estetico autonomo e che apre le porte ad autori come Schiller e Goethe, sia nel campo degli studi ebraici, dove, dopo essere stato influenzato da scrittori dell'Illuminismo, ha sottolineato l'importanza della ragione per accedere alla conoscenza.
Mendelssohn aprì la via a coloro che, nel XIX secolo, parteciparono a un movimento chiamato Wissenschaft des Judentums (Scienza del giudaismo): che apirva l'ebraismo alle scienze secolari: la storia, la linguistica e la letteratura. Tuttavia, egli rimaneva cauto sull'influenza dell'Illuminismo quando scriveva: "L'abuso dei Lumi indebolisce il senso morale, e porta alla durezza, l'egoismo, l'irreligione e l'anarchia. L'abuso della cultura produce abbondanza, ipocrisia, rammollimento, superstizione e la schiavitù ".
Mendelssohn è considerato oggi come la figura che ha mostrato agli ebrei come essere se stessi, pur uscendo dal ghetto. Egli esprimeva ottimismo circa il destino umano e un forte desiderio per una migliore comprensione tra ebrei e cristiani, quando scriveva: "In che mondo felice vivremmo se tutti gli esseri umani adottassero gli autentici principi, quelli che i migliori tra cristiani ed ebrei hanno in comune. "
Eliezer Ben Yehuda (1858-1922)
Eliezer Ben Yehuda nasce come Eliezer Isaac Perelman Elianov nel 1858, da una famiglia di ebrei chassidici che vivevano a Loujki, Bielorussia, che si trovava allora dentro l'impero russo. Ricevette una educazione religiosa ortodossa e acquisì una buona conoscenza della lingua ebraica dalla Bibbia e dalla Mishnah. Dopo la sua maturità religiosa, quando aveva tredici anni, lasciò la sua famiglia per studiare in una yeshiva in Polatsk, Bielorussia, dove incontrò un rabbino che era aperto alle idee della Haskalah.
Il giovane Eliezer si allontana progressivamente dagli studi religiosi con l'obiettivo di entrare in un liceo russo al fine di studiare successivamente medicina. Ruppe i legami con la sua famiglia e andò a Dunabourg, Lettonia, pur rimanendo vicino alla cultura ebraica a causa del suo interesse per la lingua ebraica, nella quale i maskilim (sostenitori della Haskalah) avevano già tradotto alcune opere letterarie secolari.
La rivolta dei bulgari contro l'occupazione ottomana lo convinse che gli ebrei avevano bisogno di uno stato e di una lingua nazionale. Questo lingua non poteva essere che l'ebraico, e non lo yiddish, che era parlato dalla maggior parte degli ebrei dell'Europa orientale, ma era legato al concetto di esilio. Quando aveva vent'anni, Eliezer si recò a Parigi per studiare medicina. Pubblicò diversi articoli per promuovere sia il ritorno alla terra dei loro antenati sia la pratica dell'ebraico, ma ricevette pochi riscontri positivi. Tuttavia egli parlava in ebraico durante le sue conversazioni con i suoi amici, così che i caffè parigini divennero i primi luoghi dove il linguaggio della Bibbia tornò a essere una lingua parlata! A quel tempo, egli scelse per sé il nome di Ben Yehuda, figlio di Giuda, in riferimento a un figlio del patriarca Giacobbe, che aveva dato il nome alla Giudea e al popolo dei giudei.
Come studente, egli vide nella la Rivoluzione Socialista la condizione necessaria per l'emancipazione degli ebrei. Più tardi, concepì l'emancipazione degli ebrei come la precondizione per la liberazione del proletariato, un'emancipazione che consisteva nel ritorno degli ebrei alla loro terra e all'utilizzo dell'ebraico. Durante il periodo trascorso in Nord Africa per curare la sua tubercolosi, Ben Yehuda incontrò alcuni abitanti ebrei che stavano parlando un po 'di ebraico. Ai suoi occhi, il modo in cui pronunciavano l'ebraico era più vicino all'ebraico biblico di quello parlato da ebrei ashkenaziti. Dopo aver sposato Deborah, che conosceva dal soggiorno in Dunabourg, si stabilì a Gerusalemme nel 1881.
Scoprì che la maggior parte ebrei nella Palestina Ottomana era molto povera. La maggior parte degli abitanti di Gerusalemme erano ebrei, ma erano molto pochi gli ebrei in altre parti del paese. Ben Yehuda cercò in tutti i modi di convincere la gente della necessità di una rinascita della lingua ebraica, legata all'idea della rinascita nazionale del popolo ebraico. Mentre le sue idee erano state ben accolte dai Hoveve Tsyon (Amanti di Sion), erano inaccettabili per ebrei ortodossi - ai loro occhi, l'ebraico era una lingua sacra destinato solo all'uso religioso. Le sue idee erano inaccettabili anche per coloro che erano desiderosi di utilizzare una prestigiosa lingua europea come il francese, l'inglese o il tedesco. Tuttavia, ottenne il permesso di dare lezioni di ebraico nel 1882. Nati nello stesso anno, suo figlio Ben Tsyon Ben Yehuda (figlio di Sion, figlio di Giuda) fu il primo bambino a essere educato con l'ebraico come lingua madre dopo molti secoli.
Le pubblicazioni di Ben Yehuda includono:
- Eretz Israel (Terra d'Israele), un libro di geografia pubblicato nel 1885;
- haTsvi (Il cervo), un giornale fondato nel 1888;
- Hachkafa (Visione), un settimanale fondato nel 1897;
- Un sogno divenuto realtà, la sua autobiografia pubblicata nel 1918.
Ben Yehuda iniziò a lavorare al suo Dizionario e Thesauro della lingua ebraica nel 1901. Cercò ed elencò tutte le risorse della lingua ebraica - passate e presenti - e creò molti neologismi per adattare l'ebraico al mondo moderno. Con questo intento, applicò le strutture linguistiche usate nell'ebraico biblico e mishnaico, modellando talvolta delle parole dall'arabo, altra lingua semitica. La prima parola che egli creò fu milone (dizionario), da mila (parola). Inoltre modellò parole da altre lingue secondo la struttura della lingua ebraica. I primi volumi del suo dizionario furono pubblicati nel 1910. Il suo dizionario fu completato nel 1959 dalla seconda moglie e il figlio Ehud.
Ben Yehuda muore a Gerusalemme nel 1922, lasciando un patrimonio unico, vale a dire la rinascita di una lingua viva. Il Va'ad haLachon (Comitato per il linguaggio), che fondò nel 1889, divenne l'Accademia della Lingua Ebraica < http://hebrew-academy.huji.ac.il/English/Pages/Home.aspx > nel 1953.
Sotto la sua guida, l'ebraico è diventato una lingua ufficiale dello Stato di Israele, assieme all'arabo, ed è stato utilizzato in tutti i campi - culturale, scientifico ed economico. Gli scrittori e registi israeliani - sia ebrei che arabi - hanno creato opere in ebraico, e queste opere sono stati tradotte e diffuse ben oltre i confini di Israele. Opere classiche e contemporanee della letteratura mondiale sono stati ampiamente tradotti in questa lingua con una storia di tremila anni. Le sue strutture linguistiche consentono, a chiunque conosca l'ebraico, di leggere anche la Bibbia nella sua versione originale, e quindi di collegarsi con le proprie radici culturali.
Introduzione alle tradizioni religiose | Introduzione all'Ebraismo II: Temi
3. Le principali figure bibliche e storiche
L'ebraismo è stato influenzato da una serie di figure principali. Le più conosciute sono quelle dei patriarchi e delle matriarche, in quanto appartengono anche alla tradizione cristiana e musulmana. In seguito, altre figure hanno modellato l'ebraismo, dandogli le caratteristiche attuali.
Jan Provoost, "Abramo, Sara e l'angelo" (1520)
Questa scena rappresenta il secondo annuncio, da parte di un angelo, della futura nascita di Isacco ad Abramo e Sara (Genesi 18: 9-15).
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(27 Febbraio 2015)
Una pagina del Talmud
Il testo del Talmud (Mishnah e Gemara) è nel centro della pagina, sotto il titolo incasellato.
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(27 Febbraio 2015)
Mendelssohn e Lessing
La casa ebraica di Mendelssohn possiede una lampada dello Shabbat sul tavolo, con olio sufficiente a bruciare per diverse ore, e una fontana per l'abluzione delle mani prima dei pasti.
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(27 Febbraio 2015)
Eliezer Ben-Yehuda alla sua scrivania
Eliezer Ben Yehuda fu il padre dell'ebraico moderno. Ai suoi occhi, l'ebraico era la lingua del popolo ebraico, prima di essere una lingua sacra, e usarlo come una lingua viva avrebbe potuto contribuire alla creazione di una nazione ebraica.
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(27 Febbraio 2015)