La diversità al tempo del Secondo Tempio
Al tempo del Secondo Tempio, gli Ebrei erano soggetti a diversi movimenti e tendenze in materia di religione e in merito agli occupanti romani. Dobbiamo tenere a mente la centralità del culto che il popolo ebraico praticava nel Tempio di Gerusalemme a quel tempo.
I sadducei, tzadikim in ebraico, erano un gruppo politico e religioso, che ha vissuto in Giudea dal II secolo a.C. fino alla distruzione del Tempio nel 70 d.C. La loro origine è incerta, ma si richiamavano nel nome al grande sacerdote Zadok, che visse al tempo di re Davide.
Erano considerati rappresentativi dell'aristocrazia, e vicini al potere politico e spirituale. Molti di loro avevano funzioni al Sinedrio (alta corte di giustizia), ed erano chiamati Cohen gadol (sommi sacerdoti). Tuttavia, avevano poca influenza sulla popolazione.
I Sadducei erano fedeli alla Torah ed erano noti per il loro rigore e severità nell'applicazione della legge, ma erano in conflitto con i farisei sulla Legge orale, che sembrava diversa e meno sviluppata tra di loro che tra i farisei.
Secondo lo storico Giuseppe Flavio (Gerusalemme 37 d.C.- Roma 100 d.C.), i sadducei, a differenza dei farisei, non credevano nell'immortalità dell'anima e nella risurrezione dei morti. La loro influenza svanì con la distruzione del Secondo Tempio.
I farisei, Perushim (separati) in ebraico, erano un gruppo influente a livello spirituale. Le loro radici potrebbero risalire al V secolo a.C., ma questa datazione è incerta, come per i sadducei. La loro dottrina era basata sulla centralità della Torah e lo sviluppo della Legge Orale. Essi hanno creato le principali scuole di studio, come quelle di Hillel e Shammai, o quelle della città di Yavne, la città che ha sostituito Gerusalemme come centro di studio e di direzione spirituale, dopo la distruzione del Tempio. L'influenza dei farisei fu importante anche nella diaspora, soprattutto a Babilonia.
I farisei sono stati all'origine dell'ebraismo rabbinico, ossia l'ebraismo che sopravvisse alla distruzione del Tempio, quando il culto nel Tempio e i sacrifici non erano più possibili. Essi fondarono le radici del movimento prima della distruzione del Tempio: l'istituzione della sinagoga, la formulazione della preghiera dell'Amidah al centro della liturgia ebraica, la necessità di uno studio quotidiano dei testi, lo sviluppo della Legge Orale per trovare le risposte ai principali problemi riscontrati dagli Ebrei.
Studi biblici attuali mostrano che l'opposizione tra Gesù e i farisei probabilmente non era così grave come viene descritta nei Vangeli: l'interpretazione dei testi di Gesù era vicina all'interpretazione fatta dai farisei.
Gli esseni, Isiyim in ebraico, vissero tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C. come una setta semi-monastica, i cui insediamenti principali si trovavano sulla riva occidentale del Mar Morto. La loro organizzazione era gerarchica, l'ammissione era soggetta a un periodo di prova di tre anni e l'insegnamento doveva rimanere segreto. Erano ammessi solo gli uomini ed era imposta loro la castità, in contraddizione con i principi del giudaismo. Gli esseni attribuivano grande importanza alla purezza rituale e indossavano abiti bianchi. La vita comunitaria era la norma, i profitti e l'abbigliamento venivano condivisi, e i pasti erano consumati in comune.
Come gli altri Ebrei, gli esseni assegnavano grande importanza allo studio e all'interpretazione della Torah, ma avevano degli scritti propri. Ad essi sono attribuiti i Rotoli del Mar Morto, scoperti nel 1947. Nessuna traccia degli esseni è rimasta dopo la distruzione del Tempio, e nessun'altra tradizione monastica ebraica è loro sopravvissuta.
Gli zeloti, Qannaim (geloso, zelante) in ebraico, erano un gruppo di oppositori armati avversi all'occupazione romana. Erano più vicini alla scuola rigorosa di Shammai che alla scuola più aperta di Hillel. Essi differivano dai farisei perché rifiutavano ogni contatto con i Gentili e combattevano violentemente sia contro i Romani che contro gli Ebrei che venivano a compromessi con gli occupanti. Dal loro punto di vista, liberarsi dagli oppressori avrebbe accelerato l'arrivo del tempo messianico. I Romani li chiamavano sicarii (assassini), perché combattevano con un coltello chiamato sica. Erano conosciuti per la resistenza che avevano opposto nella fortezza di Metsada (Masada), dove evevano scelto di suicidarsi in massa piuttosto che arrendersi.
La diversità etnica
La diversità etnica derivava dai secoli di esilio vissuti dal popolo ebraico. Le due componenti principali erano gli ashkenaziti e i sefarditi, che avevano minhag (usanze) diversi tra loro, oltreché differenti tradizioni all'interno delle comunità ashkenazite e sefardite stesse. I canti liturgici, la pronuncia dell'ebraico, le consuetudini nel vestire, i menù per i giorni di festa erano influenzati dall'ambiente in cui vivevano. Ma c'erano molti scambi intellettuali e influenze reciproche tra le due comunità, che hanno contribuito a mantenere l'unità dell'ebraismo.
Gli ashkenaziti:
Nella Torah, Ashkenaz è il nome di un figlio di Gomer, figlio di Jafet, figlio di Noè. Per analogia tra "Germania" e "Gomer", Ashkenaz divenne il nome dato ai paesi di lingua tedesca, regione in cui molte comunità ebraiche hanno vissuto nel Medioevo, in particolare nella valle del Reno. Per estensione, erano chiamati ashkenaziti gli Ebrei che, prima delle crociate, vivevano in diversi luoghi: Francia settentrionale, Inghilterra, Fiandre, Renania, Svizzera e Nord Italia. Le ripetute espulsioni dall'Inghilterra (1290) e dalla Francia (1306 e 1394) spinsero gli Ebrei verso il Sacro Romano Impero, e poi in Polonia.
Ci sono state alcune controversie tra gli storici nello stabilire se parte della comunità dei Khazari (o Cazari), una popolazione turca seminomade, fosse stata effettivamente convertita all'ebraismo nel IX secolo, e se questa conversione influenzò la creazione della popolazione ashkenazita.
Le numerose persecuzioni nella storia d'Europa portarono ad una maggiore mobilità degli Ebrei. Le principali comunità riuscirono a rimanere nell'Europa Orientale: Polonia, Lituania, Romania, Ungheria e Ucraina. Questi Ebrei mantennero lo yiddish come lingua vernacolare e letteraria. Scritto in caratteri ebraici, lo yiddish era una lingua alto-tedesca medievale ereditata dalle comunità renane, con qualche contributo dall'ebraico e dalle lingue slave. A differenza di altre comunità ebraiche, quelle dell'Alsazia e della valle del Reno non si sono mai spostate.
Anche se la comunità ashkenazita è stata la più colpita dalla Shoah, gli ashkenaziti ora costituiscono la maggioranza della popolazione ebraica nel mondo, compresi gli Stati Uniti, l'Inghilterra e Israele.
I sefarditi:
Il nome "Sefarad" è menzionato solo una volta nella Bibbia come luogo di esilio (Abdia, 20). Il luogo della biblica Sefarad fu inizialmente dibattuto - poteva trattarsi di Persia o Hispania - prima di fare riferimento, fino ad oggi, alla Spagna. I sefarditi erano pertanto sia gli Spagnoli che i discendenti degli Ebrei espulsi dalla Spagna (nel 1492) e dal Portogallo (nel 1496). Dopo aver vissuto nella penisola iberica per secoli, gli Ebrei si spostarono in tutto il bacino del Mediterraneo: nell'impero ottomano, in Grecia, nei Balcani, nel Maghreb, in Egitto, in Palestina, così come in Olanda, ad Amburgo, in Inghilterra, a Bordeaux, a Bayonne e nel Nuovo Mondo. Coloro che si trasferirono nei paesi del Mediterraneo parlavano lo Judezmo, una lingua castigliana del XV secolo permeata dall'ebraico; e continuarono a utilizzare questo linguaggio in esilio fino al XX secolo. Per estensione, gli Ebrei di tutti i paesi del Mediterraneo furono chiamati sefarditi, nonostante le molte differenze culturali. I Sefarditi comprendevano gli Ebrei provenienti dal Nord Africa, che parlavano l'arabo o il berbero, gli Ebrei della Linguadoca, espulsi nel XIV secolo, gli Ebrei dalla Provenza, espulsi nel XVI secolo, e gli Ebrei dell'Oriente, cioè di Siria, Iraq, Yemen ed Egitto.
Una numerosa popolazione sefardita viveva in Grecia e in Bosnia prima dell'Olocausto. In seguito gli Ebrei fuggirono dai paesi arabi dopo la decolonizzazione del Maghreb. Al giorno d'oggi i paesi con la più numerosa popolazione sefardita sono Israele (1,4 milioni) e la Francia (0,3-0.4 milioni).
Altre comunità si sono sviluppate al di fuori di queste due ramificazioni principali.
In Europa, gli Ebrei provenienti dall'Italia hanno una storia specifica. Essendo i discendenti degli Ebrei che vivevano a Roma e nella penisola fin dai tempi antichi, essi hanno accolto gli Ebrei ashkenazi e sefarditi perseguitati, mantenendo però le proprie usanze.
In Africa, gli Ebrei etiopi, noti anche come Falasha (esiliati), un termine dispregiativo amarico, chiamano sé stessi Beta Israel (Casa d'Israele). La loro Bibbia corrisponde al canone cristiano, e per questo essi celebrano solo le feste ebraiche ivi menzionate e non quelle dell'epoca post-biblica. Essi non conoscevano la Legge orale.
I Beta Israel credevano di essere i discendenti di Menelik, figlio del re Salomone e della regina di Saba. È plausibile che alcuni dei loro antenati fossero Ebrei o discendenti di cristiani convertiti, essendo le pratiche cristiane etiopi piuttosto simili alle pratiche ebraiche.
Gli Ebrei etiopi adottarono il giudaismo rabbinico a partire dall'XI secolo. La maggioranza di loro ora vive in Israele.
Altri gruppi etnici africani rivendicano un'ascendenza ebraica: i Lemba dell'Africa meridionale, gli Igbo della Nigeria e i Dan o Yacouba dalla Costa d'Avorio. Alcune delle loro usanze differiscono da quelle dei loro vicini, e sono legati alle pratiche religiose ebraiche.
In Asia, gli Ebrei dell'India sono riuniti principalmente a Bombay, a Calcutta e a Cochin, e si dividono in tre gruppi: i Bene Israel (figli di Israele), i Baghdadi, che sono i discendenti degli Ebrei provenienti dall'Iraq, e gli Ebrei neri di Cochin.
Gli Ebrei dell'Asia centrale, noti anche come Ebrei di Bukhara, in Uzbekistan, erano probabilmente i discendenti degli Ebrei del primo esilio babilonese che si insediarono nell'area orientale dell'Impero di Ciro.
I pochi Ebrei della Cina erano riuniti nella città di Kaifeng. Pur essendo integrati nella popolazione locale, mantennero i rituali ebraici, come la lettura della Torah. Essi sono quasi scomparsi all'inizio del XX secolo, ma oggi alcune famiglie cercano di ricongiungersi all'ebraismo.
Altre comunità si svilupparono molto più tardi, alla fine del XIX secolo, a Shanghai, dove agli Ebrei Bagdadi si unirono i rifugiati europei nel 1930, e a Harbin, dove si trasferirono gli Ebrei russi in fuga a causa dei pogrom degli inizi del XX secolo. Queste comunità emigrarono in altri paesi, all'inizio dell'era maoista.
La diversità a partire dall'emancipazione
Dalla fine del XVIII secolo, due eventi hanno avuto le maggiori ripercussioni sul mondo ebraico: la Haskalah e l'emancipazione.
- La Haskalah (educazione o cultura in ebraico), chiamata anche l'Illuminismo ebraico, è stata fondata in Germania nel XVIII secolo sotto la guida di Moses Mendelssohn. Poi la Wissenschaft des Judentums (Scienza del giudaismo) è stata sviluppata nel 1819 a Berlino, per studiare l'ebraismo con l'aiuto della "moderna" ricerca in letteratura, linguistica, filosofia o economia. Anche i movimenti ebraici moderni sono stati fondati in Germania nel XIX secolo.
- L'emancipazione è stata avviata in Francia nel 1791 con la concessione di piena cittadinanza agli Ebrei, e si diffuse in Europa durante tutto il XIX secolo. Gli Ebrei non erano più diversi dai loro concittadini, tranne che per le proprie pratiche religiose, abbandonate o riviste da alcuni di loro per seguire le proprie aspirazioni personali e non essere definiti unicamente dall'appartenenza ad una comunità religiosa.
Questi due eventi portarono a diversi approcci religiosi così come a un distacco dalla pratica religiosa in favore di un attaccamento culturale al giudaismo.
Gli Ebrei ortodossi:
L'Ebraismo ortodosso si considera sia l'erede della tradizione prima dell'emancipazione sia l'espressione del giudaismo senza tempo, indipendentemente dal contesto storico e politico circostante. L'Ebraismo ritiene che "la legge dello Stato è legge" (Talmud Babilonese, Trattato Baba Kamma, capitolo 10, pagina 113 bis), nel senso che essa non contraddice radicalmente la legge ebraica, che permette l'integrazione degli Ebrei nei paesi democratici in cui i diritti umani siano rispettati. Questo non è in contraddizione con il desiderio degli Ebrei ortodossi di mantenere uno stile di vita tradizionale basato sui valori dell'ebraismo. La loro scelta dei capi di abbigliamento, per esempio, esprime la loro volontà di non essere integrati al punto di essere simili alla popolazione nazionale, nonostante la loro integrazione politica ed economica.
Gli Ebrei ultra-ortodossi:
L'ebraismo ultra-ortodosso, o Haredì (timorato di Dio), diffida davvero della modernità, che presumibilmente devia gli Ebrei della Torah, dal suo studio e dalla sua attuazione rigorosa. Gli Haredim vogliono mantenere uno stile di vita tradizionale, non cercano la loro integrazione nella società e spesso vivono in quartieri separati, anche in Israele. Non c'è uniformità nel mondo ultra-ortodosso. Originariamente fondate in Europa orientale - in Lituania e in Ucraina -, le diverse scuole rabbiniche hanno ognuna i propri discepoli, che sono legati alle peculiarità di queste scuole. Gli chassidim (Pii) sottolineano la comunione con Dio attraverso la gioia, i canti e la danza. Tra gli chassidici, i Lubavitch (dal nome del paese di Lioubavitci, in Russia) credono nel ritorno degli Ebrei alle pratiche religiose. Al contrario, i Misnagdim (avversari) insistono sulla necessità di studiare in una yeshiva (scuola religiosa) e sono diffidenti nei confronti di qualsiasi segno di esaltazione mistica. Entrambi i movimenti si sono influenzati reciprocamente. Il loro principale punto in comune è la devozione al loro rabbino o al capo della loro yeshiva.
Gli Ebrei liberali:
L'ebraismo liberale, chiamato anche ebraismo progressista, è nato in Germania agli inizi del XIX secolo. Ispirato dalla ricerca "moderna" sulla Wissenschaft des Judentums, l'ebraismo liberale ha cercato di adattare l'ebraismo al mondo moderno in modo che gli Ebrei potessero integrarsi pienamente nella società. Nei primi tempi del movimento, ci sono stati alcuni eccessi, come lo spostamento dello Sabbath alla Domenica o l'abbandono delle norme alimentari della kashrut. L'ebraismo liberale da allora ha sviluppato un pensiero veramente indipendente all'interno del giudaismo. Crede nella parità tra uomini e donne per le funzioni religiose, riconosce la trasmissione del giudaismo da parte del padre- e non solo quella da parte della madre - come parte dell'educazione familiare ebraica, ed è interessato più allo spirito del testo biblico o talmudico che al prendere i testi alla lettera. Gli Ebrei liberali hanno grandi comunità negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, e comunità molto più piccole in Francia e Israele, con membri che non si identificano con la coercizione religiosa ortodossa, ma non si considerano hilonim (laici).
Gli Ebrei neo-ortodossi:
In risposta allo sviluppo dell'ebraismo liberale in Germania, il rabbino Samson Raphael Hirsch (Amburgo 1808 - Francoforte sul Meno 1888) fondò la neo-ortodossia e sostenne la Torah im Derech Eretz: la Torah nel rispetto dei comandamenti e della legge ebraica, e applicata allo stile di vita professionale e culturale locale, vale a dire l'essere ebreo a casa e l'essere un cittadino nel mondo esterno. Gli anglosassoni lo chiamano movimento "ortodosso moderno" per esprimere la loro scelta di non rinunciare alla modernità e all'apertura alla società circostante, pur mantenendo uno stile di vita nel rispetto delle leggi ebraiche e delle pratiche religiose.
Gli Ebrei "conservatori":
Il movimento ebraico "conservatore" - chiamato anche movimento Masorti, dalla parola ebraica Masorti (tradizionalista) - è stato fondato dal rabbino Zacharias Frankel (Praga 1801 - Breslau 1875). Questo rabbino difese un approccio "storico positivista" all'ebraismo, meno rigido dell'ortodossia, ma più in linea con la tradizione rispetto al movimento riformista. Il suo scopo era quello di adattare la legge ebraica alla modernità in una visione dinamica, e di prendere in considerazione le scoperte scientifiche riguardanti la storia e i testi ebraici. La maggior parte delle comunità ebraiche "conservatrici" hanno ora dato alle donne gli stessi diritti degli uomini nel culto. Questo movimento si è ampiamente sviluppato negli Stati Uniti, da qui l'uso comune del termine inglese "conservative", che corrispondeva alle esigenze dei molti immigrati ebrei provenienti dall'Europa dell'Est che avevano abbandonato l'ortodossia senza abbandonare le pratiche ebraiche. Il movimento "conservatore" ha costituito una minoranza in altri paesi.
Molti Ebrei non sono attaccati ad alcuno di questi movimenti. Si considerano semplicemente tradizionalisti rispetto ad una o più pratiche ebraiche - kosher, celebrazione delle feste, matrimoni endogamici - senza cercare di inserirsi in un particolare movimento.
Gli Ebrei laici:
Con radici nella cultura e nella storia ebraica, l'ebraismo secolare rivendica un'eredità culturale staccata dalla pratica religiosa. Così i gruppi di studio ebraici laici vogliono studiare i testi della Torah e anche il Talmud, senza considerarli nell'ottica del un testo rivelato o dell'obbligo religioso. L'ebraismo secolare si concentra più sul carattere universale dei valori ebraici che sul loro particolarismo, e vede in questi valori l'espressione di una civiltà che si è adattata alle circostanze storiche. In Europa orientale, alcuni movimenti secolari come il Bund, un sindacato socialista ebraico, hanno considerato gli Ebrei come cittadini delle loro rispettive nazioni, e difeso l'uso dello Yiddish come lingua nazionale degli Ebrei. Altri movimenti laici, considerando l'assimilazione come un vicolo cieco di fronte al sorgere dell'antisemitismo, si sono concentrati sul sionismo. Il movimento sionista dei kibbutzim, per esempio, diede origine ad una cultura ebraica non-religiosa.
I sionisti [Cfr modulo giudaismo I, sezione 5.]:
I sionisti non formano un movimento specifico, ma si trovano in tutti i diversi movimenti dell'ebraismo. Il desiderio di tornare a Sion - Sion è un altro termine per Gerusalemme, dal nome di uno dei suoi monti - fu costante durante l'esilio del popolo ebraico. La genesi del movimento sionista si trova nel movimento degli Hovevei Zion (Amanti di Sion), fondato in Russia alla fine del XIX secolo in risposta alle sommosse antiebraiche. Al Primo Congresso Sionista tenutosi nel 1897 a Basilea, in Svizzera, il movimento sionista fu fondato da Theodor Herzl come un movimento di liberazione nazionale del popolo ebraico, in gran parte ispirato dalla crescita dei nazionalismi in Europa centrale nel XIX secolo. Theodor Herzl (Pest 1860 - Edlach 1904) era un giornalista preoccupato per il crescente antisemitismo in Francia al tempo dell'affare Dreyfus. Fu autore del Judenstaat (Lo Stato ebraico).
Il sionismo era più popolare tra gli Ebrei perseguitati provenienti dall'Europa orientale che tra gli Ebrei ben integrati che vivevano in Europa occidentale o negli Stati Uniti. Quest'ultimi consideravano questo movimento con un certo sospetto, prima dell'ascesa del nazismo e dell'Olocausto. I sionisti erano molto diversi: potevano essere religiosi o laici (quelli che strutturavano e fondavano un nuovo Stato erano spesso in conflitto con l'ortodossia e le pratiche religiose); potevano essere di destra o di sinistra (come i fondatori dello Stato di Israele); essi potevano sostenere o respingere il compromesso territoriale. Ma tutti loro riconoscevano la necessità di uno Stato che sarebbe stato un rifugio per il popolo ebraico e che avrebbe procurato una nuova prosperità alla cultura ebraica.
Chiunque è nato ebreo è riconosciuto come tale, a prescindere delle pratiche religiose. Per esempio gli Ebrei ortodossi lamentano l'inadempienza dei comandamenti da parte degli Ebrei laici, o ritengono che gli Ebrei liberali pratichino un ebraismo "leggero". Tuttavia, i diversi movimenti discutono regolarmente tra loro, e tutti credono in un destino comune.