Evento chiave per la tradizione: Re Ashoka e la sua influenza
Ashoka, , sovrano dell’Impero Maurya, giocò un ruolo chiave nella transizione del Buddhismo da religione locale a potenza trasformatrice dell’Asia. Regnò su gran parte del subcontinente indiano nel periodo 260-232 a.C., e promosse la diffusione del Buddhismo facendo erigere dei pilastri recanti editti con gli insegnamenti fondamentali (vedi Fonte 2) in ogni angolo dell’impero e oltre.
Ashoka diede anche un sostegno finanziario ai monaci, fondò dei monasteri e si recò in pellegrinaggio nei luoghi significativi della vita del Buddha, come il luogo della sua nascita e della sua
Illuminazione
, In seguito, il pellegrinaggio ai luoghi sacri diventa una pratica diffusa tra i devoti buddhisti, e nascono grandi monasteri nei luoghi di pellegrinaggio.
Con la diffusione del Buddismo in tutta l’Asia, i sovrani in altri paesi presero come modello Ashoka, considerato l’ideale sovrano buddhista. Nei potenti regni dei paesi che oggi conosciamo come lo Sri Lanka, la Birmania (Myanmar), la Thailandia, il Laos, la Corea, il Giappone, e il Tibet, il Buddhismo si radicò e crebbe con l’aiuto di un sostegno ufficiale simile a quello fornito da Ashoka. Il Buddhismo piacque ai sovrani perché popolare fra il popolo e perché contribuiva a legittimare il loro dominio.
Alcuni regnanti si consideravano Chakravartin, ovvero "re che mettono in moto la ruota". Nell’India pre-buddhista questo termine si riferiva al regnante universale che avrebbe portato moralità e pace a tutto il mondo. Nella tradizione buddhista invece, il termine si riferiva originalmente al Buddha, ritenuto monarca universale i cui insegnamenti si sarebbero diffusi in tutto il mondo. Più tardi l’espressione fu utilizzata con riferimento ad Ashoka, colui che aveva diffuso il Dharma
ma continuò a regnare come re.
Evento chiave per le tradizioni: Diffusione in Asia
Il Buddhismo fiorì durante un periodo di grandi cambiamenti culturali nell’Asia. Durante il primo millennio a.C. si è assistito all’assorbimento di piccoli regni da parte di sovrani potenti. Come Ashoka, alcuni di questi sovrani controllavano vasti territori. Qin Shi Huang diventò il “primo imperatore” della Cina nel 221 a.C. Questo processo di consolidamento politico fu accompagnato dalla crescita dei centri urbani e di economie basate sul commercio.
Anche se alcuni sovrani favorirono il Buddhismo, non fu diffuso da uomini armati che conquistarono nuovi territori o che esigevano la conversione. Infatti, il Buddhismo fornì un sostegno culturale a questi nuovi centri urbani nella forma di nuove identità sociali, nuove lingue e nuove istituzioni. La scolastica buddhista fu un volano di diffusione e di crescita del Buddhismo nell’Asia. Nei nuovi territori di diffusione del Buddhismo nasceva anche il desiderio di leggere e studiare i testi buddhisti, e i monaci furono coinvolti in progetti di traduzione di vasta portata. Monaci cinesi affrontavano il lungo viaggio verso i grandi monasteri-università dell’India in cerca di testi da tradurre. Monaci dall’Asia meridionale presero la Via della Seta verso la Cina per insegnare e fornire aiuto nella traduzione dei testi. Furono esportate anche statue e altre forme di arte buddhista che agivano da mezzo visivo di trasmissione del Buddhismo.
In molte delle zone di diffusione del Buddhismo, la religione costituì una forza civilizzatrice che portò con sé aspetti delle culture raffinate del subcontinente dell’Asia meridionale e, in seguito, della Cina. Il Buddhismo era circondato da un’aura di potere, in parte perché sostenuto da potenti forze politiche, e in parte perché i monaci Buddisti erano rinomati per la loro erudizione. Gli erano attribuite anche dei poteri speciali come la capacità di guarire le malattie, di predire il futuro e di controllare la pioggia.
Le regioni che accoglievano il Buddhismo svilupparono in seguito i propri monasteri, templi, scuole e seguito laico. Col tempo, il Buddhismo sviluppò un suo carattere unico e distinto nei diversi paesi asiatici, anche grazie alla sua capacità di confluire con i culti preesistenti (vedi modulo Buddhismo I pag. 6, Informazioni interculturali e interdisciplinari e pag. 9 Pratiche legate agli spiriti ).
Si ritiene che la corrente che più assomigli al Buddhismo indiano delle origini sia quella del Sudest asiatico che è diventato il centro della tradizione
Theravada
La Cina, il paese che ha visto fiorire la tradizione
Mahayana
diventò un centro di trasmissione della religione buddista che uguagliò ed eventualmente sorpassò l’India. Il Tibet, influenzato sia dal buddhismo Indiano che quello cinese della tradizione
Vajrayana
sviluppò una teocrazia buddhista e fu governato da monaci buddhisti fino all’invasione della Cina intorno alla metà del secolo scorso. Il Buddhismo cinese invece si diffuse in Corea, Giappone, Tibet, e Vietnam, e ogni paese ne sviluppò propria versione.
Verso la fine del XII secolo d.C., il Buddhismo era quasi scomparso dall’India. Ciò accade per vari motivi fra cui una ripresa dell’Hinduismo che aveva incorporato molte delle innovazioni del Buddhismo, e le invasioni musulmane.
Fonte 1
Diffusione del Buddhismo nell’Asia.
Vedi sopra "Evento chiave per le tradizioni: Diffusione".
Per una breve descrizione delle caratteristiche del Buddhismo Theravada, Mahayana e Vajrayana, vedi la Sezione 1 del modulo Buddhismo I.
Fonte 2
Il Capitello dei Leoni di Ashoka.
Il Capitello dei Leoni è formato da quattro Leoni addossati che poggiano su una base circolari decorata con figure in alto rilievo raffiguranti un elefante, un cavallo, un toro e un leone, separate da ruote da carro raggiate. Il capitello è appoggiato su un fiore di loto invertito a forma di campana.
Il leone è spesso considerato simbolo del Buddha, e le ruote da carro raggiate, chiamate Ruote di Ashoka, rappresentano il suo insegnamento.
La lingua utilizzata per le iscrizioni sui pilastri variava in base al luogo di erezione: ci sono persino iscrizioni in greco e aramaico. Queste iscrizioni riguardano un nucleo di tematiche ricorrenti: la conversione di Ashoka al Buddhismo, l’impegno speso nel diffondere il Buddhismo, i suoi precetti morali e religiosi, e il suo programma di sostegno sociale. Le iscrizioni promuovevano anche la tolleranza religiosa e annunciavano che Ashoka aveva incaricato missionari a insegnare il
Dharma
in tutto il regno e oltre.
Una rappresentazione grafica del Capitello dei Leoni fu adottato come emblema ufficiale dell’India nel 1950, e la Ruota di Ashoka raffigurata sulla base appare al centro della bandiera nazionale dell’India.
See http://india.gov.in/india-glance/national-symbols
Link ad altri moduli digitali
Modulo sul Cristianesimo I sez. 3 e 4
Modulo sull’Islam I sez. 2 e 3
Modulo sulla Migrazione e la Diaspora
Modulo sul Buddhismo I sez. 6 e 9