Introduzione
Vajrayana, l’ultimo dei tre rami principali del Buddhismo, si sviluppa a partire dagli insegnamenti Mahayana e compare nell’India nord-occidentale intorno al 500 a.C.. Il termine Vajrayana – dal sanscrito “Veicolo del Diamante" – sottolinea l’estrema efficacia di questa corrente nell’accompagnare il praticante verso l’illuminazione. Viene chiamato anche Buddhismo tantrico o Buddhismo esoterico per l’uso di specifici testi sacri detti appunto Tantra.
Successivamente la corrente Vajrayana passò dall’India al Tibet (VI secolo), alla Cina (VII secolo) e al Giappone (IX secolo). Oggi gli insegnamenti della scuola Vajrayana sono maggiormente diffusi nel Tibet, anche se molti aspetti del Buddhismo Vajrayana sopravvivono in alcune scuole giapponesi.
Principali tradizioni dottrinali: Buddhismo Vajrayana
La principale dottrina del Buddhismo Vajrayana afferma che si giunge all’illuminazione costatando che due principi in apparente opposizione fra di loro formano in realtà un tutt’uno. La Verità, personificata da un primordiale Buddha sovramondano (che cambia nome secondo la tradizione), si rivela in ogni fenomeno, inclusa l’esistenza fisica, in modo tale che la sfera mondana non è più esclusivamente fonte di brame e di sofferenze ma rappresenta anche la via verso la liberazione. Mentre il Mahayana e il Theravada insegnano a respingere e negare paure, passioni e sensazioni fisiche, il Vajrayana insegna ad accettarle come la manifestazione più pura dell’Assoluto nel Relativo, e di utilizzarle per ottenere la liberazione. Un esempio di questo approccio si trova nell’uso dell’immagine di Fudo Myoo (vedi sotto). Questo spiega perché il Buddhismo Vajrayana dà grande importanza ai rituali coloriti che richiedono un uso attivo del corpo, della voce e dei sensi, e ricorre a un pantheon complesso di divinità che simboleggiano i vari aspetti attraverso i quali la Verità si manifesta in questo mondo.
Testi sacri e altri principali testi: i Tantra
I Tantra sono dei testi composti tra il V e il X secolo d.C. Sono testi piuttosto oscuri che si occupano principalmente di prescrizioni rituali e pratiche di meditazione. I contenuti di questi testi vengono considerati esoterici, ovvero, è necessario l’aiuto di un maestro per comprendere il simbolismo del testo.
Analisi delle fonti e commenti
Fonte n° 1
Buddha Samantabhadra
Il simbolismo dell’unione e polarità sessuale è al centro dell’insegnamento Vajrayana che esprime l’unità funzionale di Assoluto e Relativo. Secondo le interpretazioni tradizionali, la figura femminile personifica la Saggezza, la conoscenza della vera natura delle cose che conduce all’illuminazione, mentre la figura maschile personifica la Compassione, la volontà di salvare tutti gli esseri ancora trappolati nel ciclo delle rinascite. L’unione della Saggezza passiva e della Compassione attiva implica che il vero sapere che conduce alla liberazione (Saggezza) va ricercato all’interno della sfera mondana (Compassione). Inoltre, questo simbolismo sessuale è anche indice della valorizzazione positiva dell’esperienza fisica nell'abito del percorso verso la liberazione.
Nota: a differenza di quanto una certa cultura popolare possa divulgare oggigiorno, il simbolismo sessuale deve essere considerato al pari di una metafora che insegna che in ogni tipo di desiderio (come anche il desiderio sessuale), persino quello più forte, esiste il potenziale di liberarsi dal desiderio stesso. L’uso di vere pratiche sessuali non era sconosciuto nel Buddhismo, ma avveniva raramente ed era soggetto a una regolamentazione molto severa.
Fonti n° 2
Divinità irata Fudo
Fudo Myoo è raffigurato in piedi su una roccia (in giapponese Fudo significa "saldo" come una roccia) con un’espressione minacciosa e furiosa; nella mano destra regge la spada della Saggezza che taglia l’ignoranza e nella sinistra ha una corda per catturare e legare i demoni del desiderio. È considerato un’emanazione particolare del primordiale Buddha sovramondano chiamato Dainichi in giapponese. Fudo esprime la conversione di rabbia in liberazione, e le fiamme alle sue spalle simbolizzano il fuoco dell’ira, un’energia che viene usato per bruciare i desideri materiali. Questo spiega perché appare così diverso rispetto ai tradizionali soggetti pacifici dell’arte buddhista.
Informazioni interculturali e interdisciplinari
1) il Tantrismo è il termine usato dagli studiosi in riferimento a uno stile di meditazione e di rituale che nasce in India non più tardi del V secolo d.C. Diventa un fenomeno religioso intersettoriale pervasivo che quasi ogni tradizione religiosa dell’India, incluso il Buddhismo, ha la sua versione tantrica.
Mentre l’Hinduismo tantrico non è uscito dall’India, il Buddhismo tantrico si è diffuso nell’Asia orientale, arrivando anche in Giappone, grazie al forte proselitismo del Buddhismo.
2) È una credenza diffusa ma erronea che il celebre Dalai Lama sia a capo di tutte le tradizioni buddhiste del mondo. Egli è infatti la guida di una particolare scuola del Buddhismo Vajrayana tibetano. Per approfondimenti vedi il Modulo Buddhismo II, pagine 5 e 6.
Link ad altri moduli:
L’Hinduismo sez. 7
Buddhismo II. Diffusione nel mondo sez. 5 e 6