Principali cambiamenti nel XIX-XX sec: tre aspetti:
1) Neo Hinduismo: modernità e inclusivismo
Dal XVIII secolo in poi l’India fu colonizzato dagli inglesi. A differenza della dominazione musulmana, questa colonizzazione ebbe un’enorme impatto sulla società indiana coinvolgendo i capi della società e delle organizzazioni religiose in uno sforzo di assimilazione della cultura occidentale e di modernizzazione della cultura hinduista. Durante il XIX secolo, l’Hinduismo ha reagito al colonialismo occidentale sviluppando un gran numero di nuovi movimenti religiosi ispirati in parte dal Romanticismo europeo, dall’Illuminismo, e dal cristianesimo e conosciuti come Neo-Hinduismo. Neo-Hinduismo è un termine usato dagli studiosi moderni, in prevalenza occidentali, per descrivere una tendenza caratterizzata anche da istanze di riforma sociale come l’abolizione del sistema castale. Queste idee aiutarono a forgiare l’identità indiana come nazione moderna, tollerante e indipendente. Figure di spicco sono Ramakrishna e il suo discepolo Vivekananda (vedi sotto).
2) Fondamentalismo hinduista
Se da una parte l’apertura verso l’occidente porta al Neo-Hinduismo (vedi sopra), dall’altra contribuisce alla nascita di movimenti incentrati sul concetto unico e esclusivista di Hinduvta (“Hinduità” o “la qualità di essere hinduista”), in termini culturali e nazionalistici più che esclusivamente religiosi. Infatti, l’orientamento nazionalistico di questi gruppi e partiti politici si riflette nei loro nomi: ad esempio, il Bharatiya Janata Party (BJP) significa “il Partito Popolare Indiano”. Analogamente, il nome del Rashtriya Swayamesevak Sangh (RSS), un’organizzazione di “auto-difesa” legato al BJP significa “Corpo di Volontari Nazionali”.
Il RSS fu fondato nel 1925 da Keshav Baliram Hedgewar (1889–1940), un medico della regione del Maharashtra in India, nell’ambito del movimento contro il dominio britannico; nel 1951 il BJP fu fondato come l’ala politica del movimento.
Né il BJP né il RSS promuove l’Hinduvta in termini strettamente religiosi, ma i bersagli principali dei loro attacchi (politici nonché fisici) sono state le minoranze religiose dei cristiani e—soprattutto—i musulmani. La principale preoccupazione di entrambi i gruppi è il pericolo che il proselitismo islamico tra le caste inferiori rappresenta per la “nazione hinduista”. Per gli stessi motivi entrambi i gruppi si sono opposti con forza anche al proselitismo cristiano.
Conseguentemente, nei decenni recenti, tensioni a livello regionale e una politica di forte orientamento religioso si sono fatte sentire sempre di più. Generalmente la violenza religiosa in India ha coinvolto sia hinduisti che musulmani, anche se occasionalmente ci sono stati episodi di violenza che hanno coinvolto anche cristiani ed ebrei. Le rivolte del 2002 in Gujarat sono episodi esemplificativi di violenza religiosa e della persecuzione dei musulmani (vedi sotto e Fonte 2).
3) Proselitismo hinduista in occidente
Nel passato non ci sono state forti tendenze al proselitismo nelle tradizioni religiose hinduiste. I rari episodi di conversione individuale o collettiva sono generalmente avvenuti nel contesto di un’espansione politica (ad esempio, nell’isola di Bali in Indonesia). Inoltre, secondo alcuni movimenti hinduisti, bisogna nascere in India per poter accedere agli insegnamenti dell’Hinduismo. Questa è anche la posizione del moderno fondamentalismo hinduista (vedi sopra).
Tuttavia, in tempi moderni e contemporanei ci sono stati dei segnali di cambiamenti in seguito alla globalizzazione crescente e alle innovazioni teologiche del Neo-Hinduismo (vedi sopra). Uno degli esempi più noti di proselitismo hinduista fuori dall’India è rappresentata dalla International Society for Krishna Consciousness (ISKCON), meglio conosciuto come il movimento Hare Krishna (vedi sotto).
Analisi e contestualizzazione delle fonti:
Fonte 1
Ritratti di Ramakrishna e Vivekananda
Ramakrishna è un leader religioso hinduista, fondatore di una scuola di pensiero religioso che sarebbe diventato l’Ordine di Ramakrishna, oltre ad essere il più celebre santo hinduista del XIX secolo.
Durante la sua disciplina ascetica, Ramakrishna cominciò una serie di pratiche severe che lo portarono a identificare il Sé con divinità nelle varie tradizioni mistiche dell’India, incluso il misticismo islamico e il cattolicesimo. Dopo ognuna di queste esperienze, Ramakrishna sostenne di aver avuto la stessa esperienza del Brahman, l’ultima realtà dell’universo. In seguito diventò famoso per le sue concise parabole sull’unità finale delle diverse tradizioni religiose tutte comprese in un Brahman informe.
È innegabile la forza religiosa e politica del suo messaggio che affermava che tutte le religioni conducono alla stessa fine, anche perché rappresentava una risposta in termini classici indiani alle critiche mosse dai missionari inglesi e autorità coloniali all’hinduismo, da oltre un secolo, in base a motivazioni sociali, religiose, e etiche. Che tutte le religioni portassero alla stessa fonte divina, o persino che questa fonte divina si potesse svelare in categorie hinduiste tradizionali era un’innovazione gradita e liberatoria per gli Hinduisti.
Vivekananda, nato Narendranath Datta, (1863-1902), il suo discepolo e successore nonché fondatore dell’Ordine di Ramakrishna, aveva frequentato un’università con una forte impronta occidentale dove ebbe modo di conoscere la filosofia occidentale, il cristianesimo e la scienza. Tentò di infondere una nuova energia nel pensiero hinduista sviluppando una spiritualità hinduista moderna e inclusivista da presentare all’occidente. Infatti fu inviato come rappresentante dell’Hinduismo al Parlamento Mondiale delle Religioni tenuto a Chicago nel 1893 e nella sua presentazione sottolineò l’aspetto intellettuale, universale e umanista dei Veda, i testi sacri dell’Hinduismo, minimizzando i componenti rituali, magici e devozionali dell’Hinduismo.
Vivekananda e l’Ordine di Ramakrishna svolsero un ruolo di primo piano nella diffusione delle idee hinduisti modernizzate in occidente, e negli Stati Uniti in particolare.
Fonte 2
Informazioni integrative:
Understanding Gujarat Violence
Rama è la settima manifestazione (avatara) del dio hinduista Vishnu (vedi sez. 5) nonché re di Ayodhya, una città antica del Uttar Pradesh. Rama è anche l’eroe del Ramayana, poema epico della mitologia hinduista, che narra della sua supremazia e della sua vittoria sui Rakshasa, invasori supernaturali dell’India, e della fondazione di un regno di benessere, pace e armonia. Rama simboleggia la gloria della civiltà hinduista. Anche se il fondamentalismo hinduista riguarda soprattutto la dimensione nazionale e culturale, esiste anche un legame tra queste figure mitiche-religiose e la violenza del Gujurat innescata dal fanatismo sciovinistico.
Fonte 3
Devoti russi di Hare Krishna
Contesto:
Il movimento Hare Krishna è una corrente moderna occidentale che nasce da una tradizione devozionale popolare bengalese risalente al XVI secolo e basata sulla venerazione di Krishna, una manifestazione popolare di Vishnu (vedi sez. 5), uno degli dèi supremi dell’Hinduismo. L’organizzazione è uno dei più diffusi movimenti moderni dell’Hinduismo. Fu fondato nel 1966 nella città di New York da A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada (1896-1977). Prabhupada ricevette una formazione di tipo occidentale al Scottish Church College di Calcutta dove si laureò in inglese, filosofia ed economia. Come molti altri moderni leader religiosi del Neo-Hinduismo (vedi sopra Ramakrishna) Bhaktivedanta Swami considerò Mosè, Cristo e Muhammad come rappresentanti di Dio, descrivendoli nei suoi scritti come pionieri di un medesimo messaggio che spinge al dedicarsi a Dio con amore e devozione.
Analisi:
Sulla bandiera rossa è scritto in cirillico un mantra (Un mantra è una particolare invocazione nella lingua sanscrita che è molto diffuso nel contesto delle religioni hinduista e al quale viene attribuito un potere unico e intrinseco) che viene cantato a voce alta dai devoti Hare Krishna, spesso in pubblico, allo scopo di fare proseliti. Il mantra è vocalizzato come segue:
Hare Krishna Hare Krishna
Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama
Rama Rama Hare Hare
In sostanza il mantra è formato da: Krishna, Rama (vedi sopra) e Hare, un altro nome di Vishnu. L’invocazione di questo mantra dovrebbe aiutare a cambiare il proprio karman e ottenere la liberazione. I devoti dedicano la vita al servizio di Krishna e passano svariate ore ogni giorno alla recitazione del mantra di Hare Krishna. Sono vegetariani, e rinunciano all’uso dell’alcool e delle droghe. Spesso i devoti maschili radano la testa, lasciando un piccolo ciuffo come segno di abbandono al loro maestro.
È interessante a notare la fusione di elementi culturali stranieri (abiti indiani, testa rasata, tamburi indiani) con quelli indigeni (fisarmonica).
Informazioni interculturali e interdisciplinari
(Storia)
Presenza dell’Islam in India:
Seguito da 13,4% della popolazione del paese e con circa 177 milioni di fedeli, l’Islam è la seconda religione più diffusa dell’India. Ha una lunga storia d’interazione e conquiste con l’India.
L’Islam fu introdotto nell’India nel VII secolo d.C. quando i mercanti arabi approdarono sulle coste meridionali. Molte testimonianze storiche mostrano che gli Arabi e i musulmani interagirono con l’India e con gli indiani dai primi giorni dell’Islam (se non anche prima dell’arrivo dell’Islam in Arabia). Successivamente, i mercanti arabi trasmisero il sistema di numeri indiani al Medio Oriente e all’Europa.
Nell’XI secolo l’Islam approdò sulla costa del Gujarat, nell’India nord-occidentale. Le conquiste musulmane nel subcontinente indiano avvennero durante il periodo dal XII al XVI secolo. Dopo la fondazione del Sultanato di Delhi (1206), l’Islam si diffuse in vaste zone del subcontinente. Prima della conquista dell’India da parte della Compagnia britannica delle Indie orientali, l’impero Moghul musulmano (1526-1858) aveva annesso o soggiogato quasi tutti i regni hinduisti, diventando parte del patrimonio religioso e culturale dell’India. Il Taj Mahal (Patrimonio Mondiale UNESCO), uno dei monumenti indiani più celebri del mondo, risale all’Impero Moghul e rappresenta un capolavoro dell’architettura musulmana.
Risposta alla domanda n° 2:
La risposta è ovviamente Mohandas Karamchand Gandhi (1869 – 1948). Si dice che il "Padre dell’India" fu molto influenzato dagli scritti di Vivekananda (vedi sopra).