- Cosa associ al termine "Hinduismo"?
- Gli indiani si considerano "Hinduisti" allo stesso modo in cui, per esempio, gli occidentali si definiscono “cristiani”?
- Cos’è un mantra?
- Perché il mantra Ohm è considerato simbolo dell’Hinduismo?
- Ormai l’espressione il "Velo di Maya" appartiene al vocabolario occidentale. Scopri quando fa la sua prima apparizione nel pensiero occidentale e poi fai un confronto con i fondamenti dell’Hinduismo.
1. Cosa è lo "Hinduismo"? - Per gli insegnati
Nome scientifico.
Il termine Hinduismo è di origine persiana, non indiana, e deriva dalla parola persiana “Hindus” che indica il fiume Indo. Quindi, dal punto di vista etimologico non ha un significato strettamente religioso ma si riferisce al popolo che risiede nella valle di un determinato fiume. Fu utilizzato con accezione religiosa dal XVII sec. d.C. in poi da parte dei conquistatori turchi musulmani per indicare coloro che non credevano nella scrittura rivelata, ovvero le persone che non erano né ebrei, cristiani o musulmani.
Quindi il termine Hinduismo non è stata una auto-definizione coniata dai popoli del subcontinente indiano ma un’espressione allogena che si è rivelata un’utile etichetta storiografica per gli Europei quando iniziarono a occuparsi delle culture indiane.
Oggi il termine Hinduismo è considerato un termine polivalente da applicare in modo indistinto a un vasto numero di tendenze e movimenti religiosi-filosofici, tra di loro in parte sovrapposti, in parte in contrasto. Vengono escluse invece le altre religioni di origine indiana – come il Buddhismo, il Sikhismo e il Giainismo – perché fondate da figure storiche o semi-storiche, mentre mancano invece fondatori riconosciuti nelle religioni incluse sotto la voce di “Hinduismo”.
Allora come chiamano gli indiani la loro religione tradizionale? Un termine largamente accettato è Sanatana Dharma che significa legge o regola eterna. Legge (dharma) non viene intesa come mero codice di condotta, ma piuttosto come il principio cosmico trascendentale che sostiene tutta la realtà.
Luogo d’origine.
Secondo molti esperti, le origini dell’Hinduismo risalgono intorno al 1750- 1300 a.C., l’epoca durante la quale le tribù Indo-Arie, originarie dall’Asia centrale, iniziarono a insediarsi nell’India settentrionale, scacciando gli originali abitanti della Valle dell’Indo e sviluppando i concetti filosofici e i costumi sociali che formeranno la base del sistema filosofico-religioso degli Hinduisti.
Diffusione attuale tra la popolazione mondiale.
Gli hinduisti (detti anche hindu) rappresentano la terza comunità religiosa del mondo (dopo i cristiani e i musulmani) e contano quasi 1 miliardo di devoti diffusi in 84 paesi. La maggior parte vive in Asia meridionale, soprattutto in India, Nepal, Sri Lanka, Bhutan, Malesia, Singapore, e in Indonesia (Bali). Ci sono comunità induiste in Africa (Mauritius), nell’America Latina (Guyana, Trinidad), nelle isole Fiji, negli Stati Uniti, e in vari paesi europei.
Fondamenti dottrinali: panoramica
Anche se l’Hinduismo è in realtà un insieme di diverse religioni, questi movimenti condividono alcune credenze comuni. Al centro della fede hinduista è la credenza in un Assoluto chiamato Brahman che è etimologicamente connesso alla radice brh = espandere, crescere. Brahman è il fondamento eterno della realtà di un mondo che esiste in uno ciclo continuo di nascita, crescita e distruzione. Il carattere impermanente dei suoi fenomeni fa sì che il mondo venga concepito come "maya". Maya è il potere straordinario del Brahman. La parola maya significa immagine irreale, illusoria, o ingannevole del creato. Il potere di maya fa sì che l’universo venga considerato come entità realtmente esistente e distinta dal Brahman. Maya e Brahman sono inseparabili come il calore e il fuoco. Brahman può essere concepito come principio impersonale o come Dio Supremo. La sua controparte è l'Atman, l’equivalente del Brahman che è presente in ognuno di noi, una scintilla di eternità in ogni essere umano. L’obiettivo ideale di tutte le tradizioni induiste è il riconoscimento dell’equivalenza tra l’Atman e il Brahman, ovvero il riconoscimento dell’infinito nella parte più interiore dell’individuo.
Le strade che portano a questa salvezza sono varie e comprendono pratiche rituali o ascetiche e devozioni.
Contestualizzazione e analisi delle fonti:
Fonte 1
Il Mantra Ohm
Il mantra è una particolare invocazione nella lingua sanscrita che è molto diffusa nel contesto delle religioni hinduiste e alla quale viene attribuita un potere unico e intrinseco ad essa. Si ritiene che il mantra possa influenzare la realtà psicologica e spirituale di coloro che lo recitano. Attraverso la sua ripetizione si venerano anche le divinità.
Il mantra Ohm è generalmente considerato uno dei principali simboli dell’Hinduismo. Nel suo originario significato di "Sì" veniva ripetuto dal sacerdote durante l’intera durata dei riti per confermarne il corretto svolgimento. È un dittongo formato dalle lettere A + U (che diventano O) + M ed è venerato come la manifestazione acustica del funzionamento dell’Assoluto.
La lettera A simboleggia l’atto della creazione della realtà che deriva dall’Assoluto, la U la sua conservazione, e la M la sua dissoluzione e riassorbimento nel Brahman. Alla fine, il graduale affievolirsi del suono della M fino al silenzio totale è interpretato come un “quarto suono” che indica la natura trascendente e inesplicabile del Brahman.
In tal modo, l’Ohm diventa un simbolo dei fondamenti dottrinali discussi qui sopra.
Questa è solo una delle molteplici interpretazioni teologiche possibili. I tre suoni sono simbolicamente connessi ad altre triadi: Terra, Aria, e Cielo; tre livelli di coscienza (vigile, onirico, sonno profondo) e così via.
Ma alla base di ogni triade c’è sempre il Brahman da cui proviene ogni cosa, dal mondo materiale al nucleo più interiore del Sé (in altre parole, l’Atman).
Fonte 2
Mappa delle religioni in India
La mappa evidenzia che la religione dominante dell’India sia l’Hinduismo. L’Hinduismo è diffuso in modo uniforme in tutto il subcontinente. Il Buddhismo, benché originario da questo paese, ha un’importanza marginale. Pertanto non è mostrato in questa mappa, e probabilmente è collocato sotto "Other". I cristiani rappresentano solo una piccola percentuale dei credenti del paese. I musulmani sono presenti in tutti gli stati indiani. Esiste una piccola percentuale di sikh, quasi tutti residenti nella zona di Nuova Delhi.
Informazioni interculturali e interdisciplinari.
(Filosofia)
Nel suo capolavoro Il Mondo come volontà e rappresentazione (1819), Arthur Schopenhauer (1788-1860) impiega i concetti Kantiani di fenomeno e noumeno. Il fenomeno è il prodotto della nostra coscienza, è il mondo così come appare, mentre il noumeno è la cosa in sé, le fondamenta e l’essenza del mondo reale. Secondo Schopenhauer quindi il fenomeno materiale è mera apparenza, illusione, sogno tra noi e la vera realtà. Per esprimere il concetto di uno schermo che ci rivela una realtà distorta utilizzò l’espressione "il velo di Maya" presa in prestito dalla filosofia indiana. Infatti fu iniziato al pensiero nel tardo 1813 dall’orientalista Friedrich Majer (1771–1818).
Introduzione alle tradizioni religiose | Introduzione all'Hinduismo
1. Cosa è lo "Hinduismo"?
Questa è una rappresentazione scritta di uno dei più sacri mantra, o formule mistiche presenti in tutte le tradizioni religiose dell’Hinduismo. È scritto in sanscrito, la lingua sacra, ed è diventato un simbolo dell’Hinduismo grazie alla moltitudine d’usi e significati associati ad esso.
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Yoga-Ohm.jpg (26/09/2014) Dominio pubblico
Mappa della diffusione delle religioni in India nel 1981. È facile vedere come l’Hinduismo sia dominante.
Per la gentile concessione delle University of Texas Libraries, The University of Texas at Austin/p>